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Il Documento di economia e finanza regionale presentato dall’assessore Mario Quaglieri ha suscitato polemiche e critiche profonde. Con 432 pagine di contenuti, il documento evidenzia una situazione economica dell’Abruzzo lontana da una visione ottimistica e sostenibile. Anzitutto, l’analisi dei dati offre uno sguardo allarmante sulle questioni della demografia, dell’industria e degli investimenti, suggerendo una regione in stagnazione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e rivelano un quadro inquietante per il futuro.
I dati allarmanti del defr: una regione in crisi
Un’analisi dei dati del DEFR mostra che l’Abruzzo ha perso più di 30.000 abitanti da quando la destra è al governo regionale. Questo significativo calo demografico, secondo il consigliere Antonio Di Marco del PD, si riflette in un declino che ha riguardato in modo particolare il capoluogo, Pescara. Le cifre sono sconfortanti e pongono interrogativi su come il governo regionale gestisca la situazione. Nonostante gli sforzi profusi nel settore del turismo, i risultati non sembrano giustificare gli investimenti effettuati. Le politiche messe in atto da Marsilio non sembrano avere avuto l’effetto desiderato, visto che i milioni di euro spesi non sembrano aver attratto i visitatori promessi.
La perdita di abitanti e il conseguente esodo contribuiscono a una ferita che si fa sempre più profonda. Non sorprende che, tra i dati cruciali, ci sia anche quello dell’aumento delle presenze straniere. Incremento di oltre 6.000 unità nel 2024, che porta diversi quesiti sulla capacità della regione di rispondere a questa nuova domanda di forza lavoro. Le aziende cercano personale per settori specifici come l’edilizia e l’assistenza tecnica. Qui la Regione non ha colmato il vuoto, lasciando libertà alle aziende di contrattare e formare i nuovi lavoratori, pur rinunciando in questo modo a sviluppare ulteriormente la propria economia.
Attività produttiva e crisi del settore agricolo
Un altro punto sollevato nel documento è la crescita dell’attività produttiva, che segna un incremento dello 0.3%, ma è al di sotto della media nazionale. Questo sviluppo si accompagna a un calo delle esportazioni del 3.9%, evidenziando un problema persistente legato al comparto automotive. Questa crisi rappresenta un fragoroso campanello d’allarme per una regione che continua a faticare per accendere il motore della crescita economica. Le politiche adottate dal governo regionale si son rivelate vuote, improntate a promesse che non si traducono in azioni concrete.
Sul fronte dell’agricoltura, la situazione appare altrettanto seria. L’aumento della crisi idrica rappresenta una sfida continua per il settore primario, mentre il governo regionale sembra contraddittorio. Viene promossa una strategia volta a mitigare l’emergenza idrica, eppure si continua a sostenere progetti che potrebbero aggravare la situazione, come quello che coinvolge il Morrone. È evidente che senza una strategia chiara e proattiva, le ripercussioni sulle aziende agricole e sulle comunità locali saranno disastrose.
Questioni sociali e infrastrutture trascurate
La dimensione sociale non è affatto positiva. La situazione nelle carceri abruzzesi è critica, con tassi di sovraffollamento che superano le medie nazionali. Malgrado il miglioramento registrato nel resto d’Italia, l’Abruzzo rimane indietro, con un sistema penitenziario che fatica a garantire standard minimi di dignità. Questa situazione pone domande sul modo in cui la Regione gestisce le sue politiche sociali e di inclusione.
Infine, un tema centrale è rappresentato dalle infrastrutture. Gli interventi previsti per migliorare i servizi collegati all’industria sono letteralmente trascurati, non dando risposte ai bisogni delle aziende locali. Senza investimenti adeguati, il futuro del lavoro in Abruzzo appare incerto. La fusione dei Comuni di Pescara, Spoltore e Montesilvano, descritta in toni entusiastici nel documento, sembra essere un tentativo di mascherare la mancanza di reali politiche di sviluppo. La richiesta del sindaco di Montesilvano di un referendum per sospendere il processo di fusione solleva interrogativi sul dialogo tra le istituzioni e la popolazione.
Tanti punti critici emergono dall’analisi del DEFR, evidenziando di come la situazione in Abruzzo necessiti di interventi urgenti e mirati. La regione si trova ad affrontare sfide complesse, e il futuro dipenderà dalla capacità di mettere in campo politiche di sviluppo efficaci e realistiche.
Ultimo aggiornamento il 29 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina
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