Nel settore dei lanci spaziali, una contraddizione a livello di sistema può sorgere quando coesistono due o più requisiti o condizioni essenziali ma in conflitto tra loro. Se ci sono diverse esigenze in contrasto fra loro, nascono problemi difficili da risolvere. È complesso ad esempio ridurre al minimo la massa del razzo che si lancerà ma allo stesso tempo dotarlo dei macchinari necessari per farlo tornare a Terra e renderlo riutilizzabile. Tocca agli ingegneri prendersi carico di queste questioni e non sempre ci riescono: capita che un razzo esploda sulla rampa di lancio prima ancora di decollare.
Elon Musk – lanciatore di razzi, consigliere del presidente eletto, uomo più ricco del mondo – e il movimento politico guidato da Donald Trump si trovano ad affrontare esigenze in contrasto fra loro a meno di un mese dal lancio della nuova Amministrazione. Alla base di ciò, c’è una contraddizione di base: quella fra i due gruppi che hanno riportato Trump alla Casa Bianca. I lavoratori americani che vogliono più ricchezze, e i super ricchi che possiedono quelle ricchezze e vogliono tenerle per sé, contando anche su sconti fiscali per la loro categoria.
Per arrivare alla quadratura del cerchio, Elon Musk e il suo collega miliardario Vivek Ramaswamy sono stati incaricati di modellare una macchina di governo federale che sia più leggera in termini di leggi, regolamenti e settori in cui può intervenire, ma allo stesso tempo sia capace di creare più prosperità per le classi medie, tramite un allargamento del welfare e dell’assistenza sanitaria di base, di sicurezza pubblica e di infrastrutture funzionanti, rispondendo alle esigenze della sua base MAGA (Make America Great Again).
Un’altra contraddizione contrappone una folla MAGA vittoriosa, chiamata “la base” dei fedeli di Trump di lunga data, a un gruppo molto più ampio di elettori favorevoli a Trump che si sono presentati quest’anno, ma che non c’erano quel 6 gennaio del 2021, quando i suoi seguaci hanno manifestato a Capitol Hill. Sono questi seguaci che potrebbero sentirsi maggiormente giustificati da un secondo mandato e che potrebbero credere di essere i primi a raccogliere i frutti della loro passata fedeltà.
Queste contraddizioni sono emerse quando Trump ha nominato l’uomo d’affari Sriram Krishnan consulente per le politiche sull’Intelligenza artificiale: il popolo MAGA sui social media ha criticato le sue origini indiane e il sostegno, espresso in passato, per l’idea di far arrivare in America immigrati altamente specializzati da impiegare nel settore high tech. Ramaswamy, il socio di governo di Musk, i cui genitori sono emigrati negli Stati Uniti dall’India, si è schierato con Krishnan spiegando su X che anche lui era favorevole a visti speciali per portare in America alcune categorie di lavoratori. Nel farlo, ha scritto: “La cultura americana ha venerato la mediocrità piuttosto che l’eccellenza per troppo tempo. Una cultura che celebra la reginetta del ballo piuttosto che il campione delle Olimpiadi di matematica, o l’atleta piuttosto che il laureato, non produrrà i migliori ingegneri”.
I fedeli del MAGA sono esplosi, protestando contro gli immigrati che occupano posti di lavoro americani, nascondendo a malapena i loro pregiudizi razziali. Elon Musk – miliardario immigrato sudafricano – ha invitato alla calma, affermando che l’idea non è quella di sostituire i lavoratori americani: ”Parliamo dell’ingresso tramite immigrazione legale dei migliori talenti ingegneristici, il top 0,1%: è essenziale per l’America per continuare a vincere”, ha scritto su X.
Trump, colto nel mezzo della tempesta fra la sua base più fedele e i miliardari che lo appoggiano, alla fine ha concordato con Musk, ma questo non risolve tutto. Il passato insegna che il presidente eletto è abituato a cambiare spesso idea. O a dire qualcosa di clamoroso per spostare altrove l’attenzione dell’opinione pubblica (e infatti ha scritto su X della possibilità di un’acquisizione ostile della Groenlandia e del Canale di Panama).
Mesi dopo essere salito sul palcoscenico politico nazionale per suscitare il sostegno e forse anche la vittoria di Trump, Elon Musk, con la sua immensa ricchezza e le sue idee, rimane nell’orbita di Trump, insieme al crescente numero di miliardari e ricchi leader industriali. Ma l’ingegnere che è in Musk si starà chiedendo in cosa si sia cacciato e il politico se sia davvero all’altezza di risolvere le contraddizioni a livello di sistema che vede nel mondo di Trump.
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