“Molti pensavano fossi venuto in Sicilia a svernare, a chiudere la mia carriera politica. Ed oggi dicono che sono un mastino”. A dichiararlo, in una intervista al quotidiano la Repubblica sezione Palermo, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dopo l’approvazione della Finanziaria all’Ars “Sono state approvate misure finalizzate alla crescita e alla tutela delle fasce deboli. La legge introduce elementi di novità, che non esistono in altre regioni, come la norma che sostiene il credito al consumo con il pagamento degli interessi sulle rate. In Sicilia il Pil e le entrate fiscali sono in crescita ma l’indicatore dell’aumento dei consumi è fermo. Ecco perché serviva quest’incoraggiamento all’acquisto di beni durevoli. in questa manovra si è inserito un principio di esclusione dai contributi nei confronti delle associazioni. Si è aggiunto l’obbligo della rendicontazioni da parte dei beneficiari degli altri enti, quali fondazioni e Comuni”.
Nella Finanziaria anche la norma che triplica i compensi per i manager delle partecipate: “Io difendo il principio – ha detto Schifani -. Se vogliamo che queste società siano gestite da amministratori a tempo pieno, non possiamo dare loro 30 mila euro annui. Magari abbassiamo i compensi degli altri membri dei cda. La spesa invariata è uno slogan, impiegheremo qualche risorsa in più ma avremo maggiore efficienza. Però occorre lavorare meglio su questa misura sia sul piano comunicativo, non vogliamo passare come quelli che danno i super-stipendi, sia sull’aspetto sostanziale. La approfondiremo in un’altra legge”.
Nella Finanziaria 2025 è stato approvato anche il Reddito di Povertà, malgrado il no dei sindacati. Un aiuto per migliaia di famiglie siciliane in difficoltà: “Rispetto i sindacati ma con loro non ho una consultazione frequente, lo ammetto, perché in alcune occasioni come questa sostengono tesi totalmente infondate e preconcette. Si può fare di più? Certo. Ma piuttosto che non fare è meglio piuttosto, diceva un mio collega senatore di An. Non si può essere sempre scontenti. Con Fratelli d’Italia, non c’è stata contrarietà – spiega Schifani – ma la legittima perplessità che questo provvedimento fosse la reintroduzione mascherata del Reddito di cittadinanza. Ho chiarito subito che si tratta di un intervento on-off, non a regime, che aiuta famiglie che hanno anziani e malati. Io guardo con attenzione a questi temi visti come di sinistra. Poi con gli alleati c’è stato un confronto sul fatto che chi ha un figlio che può dare una mano, nei nuclei beneficiari, aiuta provvisoriamente i Comuni”.
Emergenza idrica
“Da quando piove riposo meglio – ha dichiarato Schifani -. Io ho trovato un sistema delle dighe insufficiente, una situazione che non si risolve con la bacchetta magica. Puntiamo su tre dissalatori, a Trapani, Porto Empedocle e Gela, e altri due da realizzate in project financing a Palermo, per i quali ci sono dieci milioni in manovra. Entro un anno partiranno. È impensabile affrontare il futuro senza grandi impianti di dissalazione come quelli che ci sono in Israele negli Emirati Arabi. Ne ho parlato con il governo”. A inizio legislatura – ha aggiunto – ho preso atto che i poteri straordinari erano stati conferiti al commissario Dall’Acqua. Da parte sua non ho registrato un atteggiamento adeguato all’emergenza e l’ho detto anche in aula. Poi ho notato un cambio di passo, forse il mio intervento è servito da sprone”.
Termovalorizzatori
“Quella è la grande scommessa – ha spiegato il Governatore della Sicilia -. Il sistema è collassato fra discariche sature e 100 milioni di spesa per mandare l’immondizia all’estero. Ho fatto la scelta dei termovalorizzatori, tutta con risorse pubbliche per non gravare i cittadini con il canone. Ora c’è un piano rifiuti e Invitalia gestirà gli appalti, che saranno pesanti. Sì, il pericolo derivante dai ricorsi esiste. Ma io confido che il bando per i due termovalorizzatori, uno a Palermo e l’altro a Catania, sia approvato entro il 2025. Se si comincia entro questa legislatura, non ci si ferma più”.
Sanità
Sul fronte della sanità, sottolinea poi Schifani “c’è da lavorare. Tutti i manager, e con loro direttori amministrativi e sanitari, sono sotto verifica. Nessuna forza politica mi impedirà di sostituire chi non lavora bene. E stiamo lavorando alla rivisitazione della rete ospedaliera, dobbiamoresistere ai campanilismi di chi non vuole toccare l’ospedale del territorio. Faremo un monitoraggio dell’utilizzo del personale nelle varie strutture sanitarie e metteremo ordine”.
Vertenza Almaviva: 400 lavoratori rischiano il licenziamento il 31 dicembre
“Sono in contatto con la ministra Calderone, le ho chiesto un intervento per la proroga della Cassa Integrazione che l’attuale normativa non prevede, attraverso un percorso di riutilizzo dei dipendenti in un progetto regionale. Un partenariato con i fondi della Regione. Lavoro per questo e per evitare la fuga dei nostri giovani. Il protocollo siglato con Webuild prevede la formazione e l’assunzione di mille ragazzi in tre anni”.
L’appello VIDEO di una lavoratrice Almaviva: “Aiutateci, condividete!”
Fabiola Sardo, ex dipendente del servizio 1500, che nel periodo pandemia da Covid diede assistenza telefonica all’Italia, lancia un appello: condividete, facciamo arrivare il nostro messaggio al premier Meloni e al presidente della Regione Schifani
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