Mai più in balia di matrimoni infelici, di paghette del papà o del marito, del destino che sulla vita delle donne sembra essersi fatto delle idee sbagliate da un paio di millenni a questa parte. L’indipendenza economica deve essere l’obiettivo del 2025 per quel 33% circa di donne italiane che si trovano costrette a dipendere da qualcuno, nella maggior parte dei casi da un uomo. Solo per una piccolissima parte si tratta di loro è una scelta, le altre sono state cresciute con l’idea che non possano cavarsela da sole e che debbano aspettare “l’uomo giusto” che si prenda cura di loro. Raramente le donne vengono indottrinate all’alta finanza, anche se da tempo hanno dimostrato di saper gestire bene i grandi soldi (le aziende con una donna come AD arrivano a crescere del +25%). La pigrizia cognitiva di ciò che riguarda i denari viene quasi considerata gradevolmente femminile, mentre un uomo che di Dow Jones e Piazza Affari ne sa meno della sua donna, non si sa perché, fa una brutta figura. Una ricerca commissionata da Mastercard nel 2023 (Donne e finanza: ritratto delle donne italiane tra inclusione e gender gap) ha già svelato che sette donne su dieci ammettono di avere una scarsa conoscenza finanziaria, e più della metà di quelle non indipendenti è costretta a contare su qualcun altro perché non guadagna abbastanza. La stessa ricerca ha svelato che il 16,1% delle donne intervistate non riesce a mettere nulla da parte, e solo il 18,8% riesce a risparmiare meno del 5% del proprio stipendio mensile. Non perché i soldi li buttino via: il 71,6% delle donne spende la maggior parte del proprio denaro in spese casalinghe, bollette, cibo e/o carburante. L’Unione Europea ha varato diverse norme per cercare di ridurre progressivamente la disparità di genere economica, sistemi che non “privilegiano” le donne, come protestano i misogini, ma che garantiscano pari opportunità di prosperare e partecipare nella società allo stesso modo, senza divari salariali ingiustificati e, di conseguenza, con pensioni più basse per le donne. Non bisogna poi dimenticare che la disparità economica favorisce la violenza di genere, perché se la maltrattata dipende economicamente dal maltrattante, ha meno vie di fuga. Fra queste misure c’è quella che ha abolito la segretezza della busta paga, così che una donna possa richiedere di controllare se il collega parigrado guadagna di più e, prima ancora, è arrivata anche la direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società. Ma venendo al nocciolo della questione, secondo Riccardo Spada, l’autore del bestseller Sei già ricco ma non lo sai, ci sono cinque passi che bisognerebbe compiere per dare una svolta alla gestione del proprio denaro nel 2025, e li ha raccontati nel suo Podcast di finanza The Bull. Sono suggerimenti diretti a uomini e donne, per cui vediamoli uno per uno e scopriremo che non è mai troppo presto per iniziare.
#1 Smettere di procrastinare: la gestione del tempo ha un impatto cruciale in ogni sfera della vita, ma lo ha in particolare modo con i soldi che si mettono da parte. Secondo Spada, la valorizzazione del tempo in ottica finanziaria deve essere il primo proposito del 2025, ogni secondo è prezioso. Che vuol dire: prima si inizia a risparmiare e investire in modo diversificato (e informato), maggiori saranno i risultati sul lungo periodo. Importante: non servono grandi somme di denaro per iniziare, è una leggenda metropolitana. Serve, ripetiamo, iniziare il prima possibile.
#2 Tenere traccia delle spese: una volta finite le feste, esauriti regali e cene con amici e parenti, iniziamo subito a monitorare le uscite, magari tramite una delle tantissime app gratuite di tracking. Ci si rende conto così degli acquisti superflui, di tanti abbonamenti a servizi di cui non si usufruisce, acquisti online avventati e non necessari. Questo non vuol dire una vita di rinunce: tracciare le uscite permette di identificare quel misterioso buco in cui cadono i soldi senza che questo migliori in alcun modo la nostra esistenza. Si scopre che c’è molto che può essere depennato senza rimpianti e senza risentirne.
#3 Non sottovalutare il risparmio e non sopravvalutare l’investimento: una volta scelta la forma di risparmio più adatta, bisogna decidere la somma che si sceglie di investire. Nel caso in cui si riesca ad aumentare il proprio reddito, o si riducano le spese non necessarie di cui parlavamo sopra, si può dirottare la somma in più nell’investimento. Sarà molto più proficuo di tante altre strategie finanziarie più complesse.
#4 Non considerare i soldi come un obiettivo: è importante vedere i soldi come un mezzo per realizzare i propri obiettivi e poter compiere scelte sempre più libere, piuttosto che come il fine ultimo delle proprie scelte. Sicuramente è bene impegnarsi per raggiungere una condizione migliore, ma senza sacrificare le parti migliori della propria vita per conseguire il successo economico. Si rischia di perdere di vista ciò che realmente conta e di trasformare l’arricchimento in una dannosa ossessione.
#5 Aumentare le proprie conoscenze in ambito finanziario: dedicare, infine, un po’ del proprio tempo libero a imparare. L’apprendimento di concetti come la gestione del budget, gli strumenti di investimento e la pianificazione finanziaria può rivelarsi fondamentale per prendere decisioni informate e consapevoli. Quindi, bando alla pigrizia. oggi molte informazioni sono disponibili anche gratuitamente sul web (dando la precedenza a fonti affidabili). Leggere libri è sempre la fonte migliore, ma ci sono anche ottimi podcast (come quello di Spada). La cultura finanziaria è l’alleato più potente per imparare a gestire in modo efficiente il proprio denaro e costruire un futuro finanziario migliore. Per una donna, lo è più che mai.
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