Il 94% degli italiani è contrario all’uso dei botti di Capodanno: l’indagine Lav

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Il 94% delle persone è disposta a festeggiare Capodanno con metodi alternativi ai botti e il 93% ritiene che le istituzioni dovrebbero fare di più per tutelare gli animali e gli esseri umani. Sono questi i principali risultati dell’indagine Doxa commissionata dalla Lav ed effettuata qualche settimana fa.

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Il sondaggio è stato realizzato a ottobre e ha coinvolto un campione di circa mille persone rappresentativo della popolazione italiana compresa tra i 18 e i 74 anni. È emerso che il 63% degli intervistati è completamente disposto a rinunciare ai botti e il 31% già non li usa.

I risultati dell’indagine della Lav

Secondo i dati diffusi dall’associazione di tutela animale Lav, la quasi totalità degli intervistati è disposto a rinunciare ai botti di Capodanno o preferisce strumenti alternativi allo scopo di proteggere gli animali ed evitare i danni all’ambiente. Un risultato pressoché trasversale per fascia d’età e provenienza geografica.

Nello specifico, il 63% degli intervistati è completamente disposto a rinunciare ai botti.

Disponibilità a rinunciare ai botti (Fonte: Doxa/Lav)

Il 94% degli intervistati si è dimostrato molto aperto verso i festeggiamenti alternativi che comprendono, ad esempio, i giochi di luci. Tutto al fine di evitare problemi all’ambiente e agli animali. Anche l’ambiente infatti non è esente dai danni causati dai botti: i fuochi d’artificio emettono nell’aria sostanze che contribuiscono all’inquinamento atmosferico da polveri sottili e al cambiamento climatico. Inoltre, i residui, come le cartucce e i petardi non esplosi, inquinano il suolo e l’acqua. Per non parlare del rischio di incendi, che aumenta in occasione dei festeggiamenti estivi.

Apprezzamento per festeggiamenti alternativi ai botti (Fonte: Doxa/Lav)

Il sondaggio ha evidenziato anche che le responsabilità delle istituzioni. Secondo il 93% dei cittadini queste dovrebbero fare di più per tutelare l’incolumità pubblica e gli animali dai danni conseguenti alla notte di Capodanno. Ogni anno, durante la notte di San Silvestro, la sicurezza degli animali e degli esseri umani è messa in pericolo dai botti: forti esplosioni, luci improvvise e scoppi.

Aspettative nei confronti delle Istituzioni (Fonte: Doxa/Lav)

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Tutto questo provoca negli animali familiari un forte terrore e reazioni letali, e in qualche caso a farne le spese sono anche le persone. L’esordio del 2024, infatti, ha registrato 274 persone ferite a causa di botti, di cui 12 per l’uso di armi da fuoco e 262 da fuochi d’artificio, con un aumento del 52% rispetto al Capodanno 2023, con 64 minorenni che hanno riportato lesioni, in confronto ai 50 dello scorso anno. Numeri che vanno ben oltre il danno agli animali e indicano un problema diffuso nella società.

L’appello della Lav: «Basta botti»

Alla luce dei risultati dell’indagine, la Lav ha lanciato un appello attraverso la responsabile per l’area Animali familiari, Alessandra Ferrari:«Questo tema torna ciclicamente ogni anno nei giorni immediatamente successivi gli incidenti di Capodanno, suscitando dibattiti che però scemano nel giro di pochi giorni e non si traducono in un cambiamento reale. È invece necessario che le istituzioni intervengano in modo strutturale, introducendo un divieto dei botti, e individuando e proponendo contestualmente forme di riconversione delle attività economiche di produzione e vendita dei prodotti pirotecnici».

Con la campagna “Basta Botti” Lav era già scesa nelle piazze a fine novembre per raccogliere firme contro l’uso dei botti in occasione dei festeggiamenti di Capodanno e non solo. Con una petizione rivolta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e ai presidenti di Camera e Senato, l’associazione chiede di introdurre una legge che vieti possesso, uso, acquisizione e cessione, anche online, di botti, petardi, articoli pirotecnici e fuochi d’artificio.

«Per un cambiamento di lungo termine, infatti, è necessario mettere in atto un’adeguata sinergia tra sensibilizzazione culturale e adeguamento legislativo, mettendo al centro i tragici effetti di qualche minuto di egoistico “divertimento”», conclude la Lav.





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