Reddito di povertà, dalla giunta via libera ai criteri

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Nel documento, reddito di povertà a parte, è possibile riscontrare un generale disinteresse per i siciliani che appartengono alle fasce più deboli.

Gli ultimi. Sono loro i grandi assenti all’interno della Legge di Stabilità 2024 che l’Ars ha approvato sull’ultimo gong possibile per scongiurare il rischio dell’esercizio provvisorio. Un’approvazione per la quale è stato necessario attendere oltre 17 ore di lavori d’aula e passata con 39 sì e 20 no. Hanno votato contrariamente i gruppi di Pd e M5s; astenuto Sud chiama Nord di Cateno De Luca.

Nel documento, reddito di povertà a parte, è possibile riscontrare un generale disinteresse per i siciliani che appartengono alle fasce più deboli. L’annuncio di un reddito a fondo perduto – con una dotazione da 30 milioni di euro – si conferma più come un intervento una tantum che come un vero piano strutturale per affrontare la povertà crescente che affligge chi sceglie o chi è costretto a vivere a queste latitudini.

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Interventi limitati e mancati finanziamenti

La Legge di Stabilità 2024 si presenta come un insieme di interventi mirati, ma nel complesso non sufficienti per fronteggiare le sfide della povertà e della disuguaglianza sociale. Previsto un finanziamento da 30 milioni di euro per cinque anni contro la povertà. Ma si tratta di una misura tampone e insufficiente a fronteggiare una emergenza che di anno in anno continua ad allargarsi a macchia d’olio attraendo a sé quello che un tempo era considerato come il ceto medio.

Mentre circa 10 milioni di euro vengono stanziati per il Turismo e 4,5 milioni in tre anni per l’Agenzia per gli Investimenti, alle classi più deboli sono destinate solo briciole: appena 76 mila euro inizialmente previsti per il sostegno alle relazioni familiari sono stati azzerati durante le revisioni della manovra. Tra le altre misure ridimensionate si trovano i contributi per le donne partorienti delle isole minori, tagliati di quasi 200 mila euro, e il fondo per la tutela della maternità, ridotto da 1,5 milioni a 1,2 milioni di euro.

Annunciato dal presidente della Regione Renato Schifani durante la convention di Forza Italia del 26 ottobre scorso, il reddito di povertà rappresenta una misura straordinaria piuttosto che un intervento strutturale. Si tratta di un contributo di solidarietà a fondo perduto che garantirà fino a un massimo di 5 mila euro alle famiglie residenti in Sicilia da almeno 5 anni.

Per accedervi sarà necessario avere un Isee inferiore a 5 mila euro. In seguito sarà stilata una graduatoria che, in base al punteggio assegnato alla famiglia richiedente, consentirà l’erogazione di un contributo economico. Tre le fasce: 5.000 euro oltre i 30 punti, 3.500 euro fino a 30 punti e 2.500 euro fino a 20 punti.

Le altre misure della finanziaria      

Tra le principali novità, anche lo sblocco dei concorsi per il Corpo Forestale, il riordino del demanio marittimo e un aumento delle risorse destinate ai controlli ambientali nelle aree industriali con fondi che andranno all’ARPA. Nel complesso, un piano economico che prevede interventi per svariati settori.

Si parte con lavoro e occupazione, dove sono previsti 300 milioni di euro nel triennio per incentivare nuove assunzioni e trasformazioni di contratti a tempo determinato in indeterminato. Spazio anche per l’ambito forestazione e antincendio: 197,3 milioni di euro per il 2024 e somme simili per i due anni successivi, destinate a prevenzione antincendio e potenziamento della rete di protezione civile.

E poi ancora il capitolo giovani e sport: 2,5 milioni di euro per voucher sportivi destinati ai giovani tra i 6 e i 16 anni. Fondi anche per Comuni e città metropolitane: 350 milioni di euro di trasferimenti annuali per il triennio 2024-2026. Per gli eventi culturali altri 10 milioni di euro per “Agrigento Capitale della Cultura 2025” e 1 milione per la promozione della Sicilia come “Regione Europea della Gastronomia”.

La legge di Stabilità vale circa 850 milioni di euro di cui 550 sono stanziamenti in favore dei Comuni, delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi. A questi si sommano i numerosi interventi contenuti nella legge di Bilancio, tra i quali il finanziamento del trasporto pubblico locale e del collegamento con le isole minori.

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Previsto anche il maggiore finanziamento per la sanità che comporterà, con la compartecipazione regionale di 85 milioni di euro, una crescita del Fondo sanitario di circa 170 milioni di euro. La Regione stanzia anche 10 milioni di euro per incentivare la presenza dei medici nei presidi ospedalieri delle Asp che presentano maggiori carenze di organico.

Le iniziative in materia di contrasto alla siccità e per l’agricoltura valgono circa 50 milioni di euro. Si stanziano risorse per gli interventi in conto capitale per fare fronte alla crisi, per la progettazione di interventi irrigui, per la manutenzione straordinaria delle opere idriche e per gli aiuti al settore vitivinicolo messo in crisi dalla siccità affrontata nel corso dell’ultima estate.

Cinque milioni sono stanziati per interventi indifferibili in materia di progetti fognario-depurativo, 1,5 milioni per la pianificazione delle aree del Demanio marittimo e due milioni per finanziamenti ai Comuni per l’acquisto di scuola bus. Prevista anche una nuova edizione dello “straccia-bollo auto”.

Spazio poi al personale con i 258 lavoratori Asu, che non saranno stabilizzati come da norma regionale che si intendeva applicare prima della finanziaria, ma assorbiti dalla Sas (Servizi Ausiliari Sicilia), aumentando il monte ore a full-time come richiesto dalle opposizioni.

Il personale resterà assegnato al dipartimento regionale dei Beni Culturali presso cui è già a disposizione e in servizio nei siti e gli uffici in cui è occupato. Il passaggio consentirà una stabilizzazione indiretta a 30 ore settimanali.

Ma mentre l’Eurostat pone la Sicilia come seconda regione italiana a rischio povertà dopo la Calabria, con il 38% della popolazione in condizioni di vulnerabilità economica, la manovra economica regionale sembra dimenticare la necessità di un piano di sviluppo sociale davvero inclusivo per tutta la popolazione.

Per il presidente Renato Schifani il “reddito di povertà” è comunque una conquista.  “Oggi – ha spiegato il governatore – abbiamo stabilito le modalità concrete per l’accesso a una misura che va incontro ai cittadini economicamente più in difficoltà per consentire loro di vivere dignitosamente. La solidarietà è un valore in cui crediamo fermamente e che si realizza attraverso provvedimenti efficaci e mirati. Il mio governo vuole aiutare chi sta peggio per non lasciare nessuno indietro e questo provvedimento ci consente di aiutare le famiglie attraverso requisiti stringenti che intervengono nelle situazioni di maggiori criticità. Il contributo avrà anche una ricaduta positiva per la società, perché i beneficiari saranno chiamati a svolgere attività utili alla comunità. Pubblicheremo il decreto in tempi estremamente brevi e faremo in modo di rendere snelle e celeri tutte le procedure, affinché le famiglie ricevano il beneficio al più presto”.

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L’assessora Albano: “Attività socialmente utili per i destinatari”

“La Regione Siciliana – afferma l’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano – sta implementando una serie di misure destinate a combattere la povertà e a sostenere le famiglie in difficoltà. Questi interventi, voluti dal governo Schifani, fanno parte di una strategia più ampia volta a promuovere il benessere sociale e a garantire un supporto concreto alle persone vulnerabili. Attraverso politiche attive vogliamo offrire opportunità di inclusione sociale e migliorare le condizioni di vita delle tante famiglie fragili siciliane”.

I beneficiari del fondo saranno destinati ad attività socialmente utili, tenuto conto del loro stato psicofisico, in base ad intese con i Comuni di residenza. Lo svolgimento di queste prestazioni non determinerà l’instaurazione di alcun rapporto di lavoro subordinato o di pubblico impiego. Questi criteri saranno fissati attraverso un decreto del presidente della Regione che verrà emanato nei prossimi giorni. L’assessorato della Famiglia e delle politiche sociali provvederà alla pubblicazione dell’avviso, mentre sarà l’Irfis a erogare le somme.

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