Banche italiane superstar: la redditività vola al 15,7%, surclassate Francia e Germania (sotto il 7%)

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Nel terzo trimestre 2024, le banche europee registrano un Roe dell’11,1%, ma quelle italiane spiccano con un 15,7%, superando Francia e Germania (sotto il 7%). Nonostante il calo dei prestiti, solidità patrimoniale e liquidità restano robuste, con previsioni di ripresa del credito. I dati Eba

Le banche europee continuano a crescere in redditività, ma è il sistema bancario italiano a guadagnarsi i riflettori: con un Return on Equity (Roe) del 15,7%, in crescita rispetto al 15,5% del trimestre precedente, surclassano la media europea (11,1%). Non solo battono i solidi istituti spagnoli, ma distaccano notevolmente anche le banche francesi e tedesche, che registrano valori inferiori al 7%.

L’aumento dei tassi di interesse ha avuto un impatto decisivo nel rafforzare la redditività delle banche. Claudia Buch, presidente del Consiglio di Vigilanza della Banca Centrale Europea (Bce), ha sottolineato: “Una determinante fondamentale è rappresentata dai più alti tassi di interesse: durante il periodo di tassi contenuti il rendimento medio del capitale delle banche era pari al 5,5%; a seguito della normalizzazione dei tassi è aumentato al 9,2%”.

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Banche: l’Europa sale, ma l’Italia vola

Secondo i dati dell’Autorità Bancaria Europea (Eba), il Roe delle principali 164 banche del continente, che rappresentano l’80% del settore, è aumentato all’11,1% nel terzo trimestre, rispetto al 10,9% del secondo. Questa crescita ha riportato la redditività complessiva ai livelli di un anno fa, nonostante una lieve riduzione del margine di interesse, segno che le banche stanno beneficiando di una riduzione dei costi operativi.

Accanto all’Italia, anche altri Paesi mediterranei si fanno notare: il Portogallo spicca con un Rue del 18%, seguito dalla Spagna (14,7%) e dalla Grecia (14,6%). Molto più contenuti i risultati di Francia e Germania, con un Roe rispettivamente al 6,9% e al 6,3%.

Chi sono i protagonisti?

A guidare il successo tricolore sono 12 istituti bancari, tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca, affiancati da realtà altrettanto solide come Finecobank, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Bper Banca, Cassa Centrale Banca, Credem, Banca Mediolanum e Iccrea.

Molte di queste banche, anche di dimensioni più contenute, hanno dimostrato una straordinaria capacità di mantenere elevata la redditività grazie a una gestione attenta dei costi e a politiche di rischio prudenti, fattori che hanno consentito di ottenere risultati superiori alla media europea.

Margine di interesse e qualità degli attivi

Nonostante la leggera riduzione del margine di interesse europeo, sceso all’1,66% degli asset produttivi (rispetto all’1,68% del secondo trimestre), le banche continuano a beneficiare di redditi da interessi superiori del 40% rispetto a fine 2021.

Sul fronte della qualità del credito, il rapporto tra crediti deteriorati (Npl) e totale dei prestiti è aumentato di 2 punti base, attestandosi all’1,88%. La quota di prestiti Stage 2, quelli con significativo incremento del rischio ma non ancora deteriorati, è leggermente migliorata, scendendo dal 9,3% al 9,2%.

Il sondaggio dell’Eba ha rilevato che il 47% delle banche europee prevede un deterioramento della qualità degli attivi nei prossimi 6-12 mesi, concentrato soprattutto nei settori del credito al consumo, delle Pmi e dell’immobiliare commerciale. Nonostante questo, il dato è in miglioramento rispetto alle rilevazioni precedenti, segnalando un clima di maggiore fiducia.

Capitale e liquidità: basi solide

Dal punto di vista patrimoniale, il Common Equity Tier 1 (Cet1) fully loaded delle banche europee è sceso di 10 punti base, attestandosi al 16%, rimanendo comunque ben al di sopra dei requisiti regolamentari.

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Gli indici di liquidità si mantengono robusti: il Liquidity Coverage Ratio (Lcr) è al 161% e il Net Stable Funding Ratio (Nsfr) al 127%, entrambi molto al di sopra dei requisiti minimi. Tuttavia, si osserva una riduzione delle riserve liquide nel Lcr, in favore di un aumento delle esposizioni su titoli di Stato, riflesso di una strategia di ottimizzazione del portafoglio.

Prestiti e politica monetaria

Sul fronte del credito, i prestiti all’economia hanno subito una leggera contrazione nel trimestre: i finanziamenti alle imprese sono diminuiti dell’1,6%, mentre quelli alle famiglie sono rimasti stabili. Questo avviene in un contesto di politica monetaria più accomodante, con la Bce che ha ridotto i tassi d’interesse quattro volte a partire da giugno, portandoli dal 4% al 3%. I mercati prevedono ulteriori tagli fino all’1,75% entro il 2025, il che potrebbe sostenere una ripresa dei prestiti nei prossimi trimestri.



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