di Ivana Zuliani
Il Cda approva il bilancio dell’Ateneo fiorentino, pesa la riduzione dei fondi ministeriali
L’Università di Firenze ha approvato il bilancio previsionale del 2025 e quello pluriennale 2026-27. E non è stato semplice: da una parte ci sono gli aumenti delle spese, dall’altra la preoccupazioni per i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (che per il 2024 sono stati di 17 milioni di euro). In mezzo, a complicare le cose, la legge di bilancio dello Stato, ancora in discussione al Senato.
«Per dare copertura a questa manovra — spiega la rettrice Alessandra Petrucci — sono state impiegate risorse patrimoniali in disponibilità dell’Ateneo, che non potranno garantire la sostenibilità nel lungo periodo se non interverrà un’inversione di tendenza delle risorse assegnate con il Ffo. Infatti già nel bilancio pluriennale 2026-2027, per la chiusura in pareggio, è stato necessario prevedere importanti tagli delle spese generali e la sospensione della programmazione del personale».
Il bilancio 2025 complessivamente ammonta a circa 534 milioni di euro. «Si è dovuto basare su previsioni che garantiscano la sostenibilità dell’Ateneo, anche in relazione all’aumento del costo del personale docente (scatti stipendiali e adeguamenti al costo della vita pari al 4,8% per il 2024) e di quello tecnico amministrativo (rinnovi contrattuali)» spiega l’Ateneo.
La difficoltà di elaborare il bilancio è dovuta poi «anche al forte taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) registrato nell’anno passato: l’Ffo 2024 non ha, infatti, coperto il forte incremento dei costi, ma ha anche cancellato di fatto le risorse aggiuntive previste per il piano straordinario di assunzione del personale, inglobandole all’interno della dotazione Ffo».
Nel Bilancio 2025 verranno comunque salvaguardati il livello dei servizi agli studenti, le attività di ricerca e il trasferimento tecnologico. Le tasse studentesche rimarranno invariate, sempre modulate per varie fasce di reddito. Sul fronte del personale universitario è stata garantita la copertura di quanto già programmato negli anni precedenti e di un numero minimo di unità di personale tecnico amministrativo necessario per mantenere l’attuale livello dei servizi. In più, è stata aggiunta una minima disponibilità per i Dipartimenti per non escludere completamente la possibilità di nuovi reclutamenti. I tagli al Ffo di quest’anno pesano sulle Università toscane, rendendo difficile far quadrare i bilanci.
A novembre il Senato accademico dell’Ateneo di Firenze aveva espresso tutta la sua preoccupazione contro il taglio di 17 milioni di euro del Fondo, soprattutto per l’impatto possibile su studenti, docenti, ricercatori e personale, «incidendo negativamente sulla sostenibilità economico finanziaria futura dell’Ateneo e sulla capacità di perseguire le sue missioni istituzionali».
Stesso allarme anche dal Senato accademico di Pisa che aveva manifestato «netta contrarietà per i tagli attuati al Ffo e forte preoccupazione per l’aumento di precarizzazione che seguirebbe all’approvazione della riforma del pre-ruolo universitario» solidarizzando «con le mobilitazioni delle diverse componenti dell’Ateneo in opposizione a queste manovre». L’allarme è venuto anche dalle Università di Siena (dove il taglio è stato di 8 milioni) e dall’Università per Stranieri di Siena.
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