Le truffe agli anziani, l’auto a noleggio e la nave diretta in Campania: arrestato 34enne

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È accusato di essere l’autore di quattro truffe aggravate ai danni di altrettanti anziani che avrebbe raggirato spacciandosi per un finto avvocato, o carabiniere, e rubandogli soldi e preziosi prima d’imbarcarsi. I carabinieri della stazione Crispi hanno arrestato Vincenzo Di Balsamo, 34enne di Pomigliano D’Arco, in provincia di Napoli, sottoposto ai domiciliari dal gip del tribunale di Palermo Lorenzo Chiaramonte e indagato per quattro episodi, tra settembre e dicembre 2023, che avrebbero fruttato un bottino di oltre 40 mila euro tra contanti e gioielli. Recentemente è finito in manette un giovane palermitano accusato di altri due colpi messi a segno con la stessa tecnica ma colto in flagranza dai militari.

Lo scorso anno sono state registrate diverse truffe ad opera di finti carabinieri o avvocati. Ma non solo. La prima contestata al 34enne pomiglianese risale a settembre 2023. L’indagato, come ricostruito dall’accusa rappresentata dal pm Daniela Randolo, avrebbe preso di mira una donna di 85 anni, residente in via Alberto Rallo, contattandola sul numero di casa e spacciandosi per suo nipote, alle prese con un concorso alle Poste per cui sarebbero serviti 4 mila euro. “Nonna, passerà un amico”, avrebbe detto il 34enne gabbando la signora. E così poco dopo alla porta si sarebbe presentato un tale Fabio, incaricato dall’amico di ritirare 500 euro in contanti e, in un secondo momento, gioielli del valore complessivo di 30 mila euro.

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Le altre tre truffe sono state messe a segno tra l’11 e il 15 dicembre 2023 in piazza Chopin, via Papa Giovanni XXIII e via Pacinotti. In questi casi Di Balsamo, poi riconosciuto da tutte le vittime negli album fotografici di polizia e carabinieri, si sarebbe presentato telefonicamente in qualità di carabiniere o avvocato per convincere gli anziani e rassicurarli sulla bontà delle sue richieste. Anche in questi tre casi, oltre alle denunce sporte tempestivamente, sono risultate fondamentali le riprese dei circuiti di videosorveglianza, sia interni agli edifici delle vittime che posizionati nelle immediate vicinanze, che hanno immortalato vari dettagli utili per dare un nome e un volto al presunto truffatore.

In più di un’occasione gli anziani avrebbero visto l’auto utilizzata dal truffatore, che in più di un’occasione si sarebbe allontanato a bordo di una Fiat 500  poi risultata presa a noleggio tramite una carrozzeria di Napoli. Sulla base dei primi elementi acquisiti i carabinieri hanno iniziato a sospettare che il finto avvocato (o carabiniere) potesse non essere palermitano. Fondamentale in questo senso l’analisi fatta successivamente sulle liste passeggeri di alcune navi in partenza da Palermo e dirette a Napoli sulle quali risultava il nome del 34enne in date compatibili con le truffe. Incrociando questi dati con i racconti delle vittime, le immagini riprese dalle telecamere e le foto pubblicate dai social all’indagato, gli investigatori sono riusciti a identificare il pomiglianese. Il pm, alla luce del quadro indiziario, ha chiesto e ottenuto dal giudice l’applicazione dei domiciliari nonostante la richiesta dell’avvocato difensore, il quale aveva proposto una misura meno afflittiva visto che il suo assistito, spinto a commettere i reati per la fame, aveva trovato un lavoro.

Un anziano denuncia la truffa subita nella stazione Crispi dei carabinieri

Nelle settimane scorse i carabinieri della stazione Resuttana Colli e Uditore avevano arrestato un giovane accusato di due truffe messe a segno con la stessa tecnica in via Ferdinando Palasciano, vicino allo stadio Renzo Barbera, e in via Giovanni Campolo. Identico l’approccio del truffatore che si è presentato come un avvocato per salvare qualche figlio o nipote dal carcere. “L’immediato intervento dei militari – si legge in una nota del Comando provinciale – e le verifiche eseguite dagli stessi, hanno permesso di delineare quanto si era verificato solo qualche istante prima”. E infatti gli investigatori, vedendo un 26enne sospetto aggirarsi sotto i due stabili, si sono appostati attendendo in entrambi i casi che il giovane uscisse con il bottino in mano.

“Restano ferme le raccomandazioni che quotidianamente l’Arma diffonde – si legge ancora in una nota – ai fini di prevenire i reati di truffa dove, gli autori del reato, facendo leva sulle più intime preoccupazioni delle anziane vittime contattano le stesse, spacciandosi per sedicenti ‘professionisti’ e prospettano il pagamento di somme di denaro a titolo di cauzione che servono per il risarcimento del danno o per il pagamento delle spese di giustizia”.

Poi proseguono: “I veri carabinieri e tutte le forze dell’ordine non si rivolgono al cittadino per chiedere somme di denaro od oggetti di valore quali cauzioni perché l’ordinamento giudiziario italiano non prevede il pagamento della cauzione per il rilascio delle persone arrestate o ristrette nelle camere di sicurezza. Per questi motivi, bisogna dubitare delle telefonate ricevute contattare dopo aver chiuso la conversazione il numero di emergenza unico 112 o, rivolgersi ad uno dei tantissimi Comandi Stazione dislocati sul territorio. L’immediata denuncia resta l’unico strumento che può consentire alle forze dell’ordine di porre rimedio alle truffe e identificare agli autori del reato”.

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