C’è qualcosa di magico in un orologio. No, non è la meccanica, né i giri perfetti delle lancette. È quel modo unico che ha di dirti chi sei, di raccontare una storia anche senza aprire bocca. Per i giovani, oggi, l’orologio non è solo un accessorio: è un simbolo. Il problema è che non tutti lo capiscono. Prova a dire a qualcuno: «Ho comprato un Casio Vintage». Ti risponderà: «Ma perché, non hai il telefono?» E tu lì, a morderti la lingua per non rispondere: «Sì, ma il tuo telefono cosa dice di te? Che ti arrivano notifiche?»
Perché oggi i ragazzi vogliono l’orologio? Perché, nonostante i social, i like e le storie da 24 ore, un orologio è l’unica cosa che non ha scadenza. È eterno, come il desiderio di essere unici. E allora, chi sono i protagonisti di questo strano romanzo al polso dei giovani? Scopriamolo insieme, tra un calcio al pallone, un tuffo nell’acqua e una serata da raccontare agli amici.
G-Shock: l’indistruttibile che vive al massimo
Il G-Shock non è un orologio. È un guerriero. È quel tipo che non si tira mai indietro, che si sporca le mani, che se cade si rialza. Perfetto per chi vive a 200 all’ora, che sia una partita di calcetto improvvisata o una grigliata in montagna. Lo indossi e pensi: «Niente può fermarmi, nemmeno il tempo».
E lo sa anche Neymar Jr., uno che con i colori del G-Shock ci gioca come fa con il pallone. Neymar non si accontenta di un orologio qualsiasi: ne vuole uno che urli chi è, anche senza dire una parola. Uno che si prende i colpi della vita senza lamentarsi. Un po’ come Neymar quando lo marcano stretto.
Casio Vintage: per chi sa che lo stile non scade mai
Il Casio Vintage è come quei jeans del papà che torni a indossare quando non sai cosa mettere. È semplice, diretto, un po’ sfacciato. È l’orologio di chi ama distinguersi, ma senza strafare. Come dire: «Io sono così, prendilo o lascialo».
Sai chi lo porta con orgoglio? Gerard Piqué, il difensore che ha sempre saputo unire eleganza e forza. Piqué ha una collezione di orologi da paura, ma spesso preferisce il Casio Vintage. Perché? Perché non ha bisogno di dimostrare nulla. In fondo, è l’uomo che ha detto: «Un Casio dura per sempre, un altro orologio forse no». (Sì, lo ha detto davvero, e sì, era una frecciatina.)
Seiko 5: l’orologio che cammina con te
Ci sono momenti in cui vuoi fare colpo, ma senza sembrare quello che ha speso tutto in apparenza. Ecco, il Seiko 5 è per quelli che vogliono sembrare veri. È elegante senza essere snob, affidabile senza fare troppa scena. È come un amico che non ha bisogno di parlare per esserci.
Lo sa bene Yuto Horigome, il primo campione olimpico di skateboarding. Ha detto che il Seiko 5 lo rappresenta perché è semplice, pulito, ma pieno di significato. Un po’ come il suo skate: niente fronzoli, solo sostanza. E tu? Sai dove stai andando? Il Seiko 5 sì.
Rolex: il sogno che non ti lascia dormire
Ah, il Rolex. L’orologio che vedi nei sogni. Non perché brilla (anche se lo fa), ma perché rappresenta qualcosa di più grande. È il simbolo di chi ha raggiunto qualcosa. Il traguardo, il gol decisivo. Il modello preferito? Il Datejust. Perfetto. Eterno. Come dire: «Ho lottato, e ce l’ho fatta».
Cristiano Ronaldo ne ha tanti, ma quello che preferisce è il GMT Master II tempestato di diamanti. Non è un orologio, è una dichiarazione. Ronaldo lo indossa come per dire: «Guardate cosa significa lavorare duro. E no, non è per tutti». Ma sognare non costa nulla, giusto?
Omega Seamaster: classe e avventura, tutto in un polso
L’Omega Seamaster è per quelli che vogliono tutto: l’eleganza di un evento formale, ma anche la resistenza per una giornata di sport. James Bond lo indossa nei film, ma nella vita vera? Lo porta al polso Armand “Mondo” Duplantis. Uno che ha riscritto le regole del salto con l’asta, che guarda tutti dall’alto senza mai montarsi la testa.
Duplantis ha detto che l’Omega Seamaster è l’orologio perfetto perché «unisce forza e stile». Come a dire: puoi essere elegante senza perdere il tuo lato più selvaggio. E in fondo, non è quello che vogliamo tutti?
Perché un orologio?
La domanda è sempre quella: «Ma serve davvero un orologio, oggi?». Risposta: sì. Perché un orologio non ti dice solo che ora è. Ti ricorda chi sei. Ti accompagna nei momenti migliori, ma soprattutto in quelli peggiori. È una promessa al polso: «Io sono qui, non ti lascerò mai».
E poi, diciamolo: certi orologi non sono solo accessori, sono investimenti. Crescono con te, come le storie che vivi. Ogni graffio, ogni lancetta che gira è un pezzo di vita che porti con te.
La tua storia al polso
Che tu scelga un G-Shock, un Casio o sogni un giorno di arrivare a un Rolex, ricordati una cosa: l’orologio non è per gli altri, è per te. È il tuo modo di dire al mondo: «Io ci sono, e sono io».
E tu? Che storia vuoi scrivere con il tuo polso?
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