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Lo scorso settembre la Polonia ha notificato alla Commissione Ue il suo progetto di sostenere la società statale Polskie Elektrownie Jądrowe (Pej) nella costruzione di una nuova centrale nucleare a Lubiatowo-Kopalino. L’impianto, con una capacità di produzione di energia elettrica fino a 3750 MW, dovrebbe entrare in funzione nella seconda metà del 2030 e il costo totale dell’investimento del progetto è stimato in circa 45 miliardi di euro (192 miliardi di zloty). La centrale, secondo il goverrno polacco, aumenterebbe la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico per la Polonia e per i paesi limitrofi, contribuendo alla decarbonizzazione del settore energetico e diversificando il mix energetico polacco.
Ora la Commissione europea ha però avviato un’indagine approfondita per valutare se il sostegno pubblico che Varsavia intende concedere per il nuovo impianto sia in linea con le norme Ue sugli aiuti di Stato. Il governo polacco ha fatto sapere che l’investimento sarebbe sostenuto attraverso un’iniezione di capitale di circa 14 miliardi di euro che coprirà il 30% dei costi del progetto; garanzie statali che copriranno il 100% del debito contratto dalla società Pej per finanziare il progetto di investimento; e un contratto per differenza a due vie (contract for difference, CfD) che garantirà la stabilità dei ricavi per l’intera durata di vita della centrale, pari a 60 anni.
In questa fase, sulla base della sua valutazione preliminare, la Commissione Ue ha ritenuto che il pacchetto di aiuti sia necessario e abbia un effetto di incentivazione, in quanto il beneficiario non realizzerebbe il progetto senza il sostegno pubblico. Tuttavia, al momento Bruxelles dubita che la misura sia pienamente conforme alle norme Ue sugli aiuti di Stato. Per questo motivo, ha deciso di avviare un’indagine approfondita in relazione a due questioni. La prima riguarda l’adeguatezza e la proporzionalità del pacchetto di aiuti. Poiché esistono tre diverse misure di aiuto (capitale proprio, garanzie, CfD bidirezionale) che insieme limitano il rischio per il beneficiario, è importante garantire che nel complesso non venga concesso più aiuto di quanto sia strettamente necessario. In particolare, la Commissione Ue esaminerà ulteriormente (i) se la durata di 60 anni del CfD è giustificata tenendo conto delle altre due misure e (ii) se ci sarebbero potute essere altre società interessate a condurre il progetto, il che avrebbe potuto comportare un importo di aiuto inferiore.
La seconda questione che Bruxelles intende esaminare riguarda l’impatto del pacchetto di aiuti sulla concorrenza nel mercato dell’elettricità e se questo è stato mantenuto al minimo. La Commissione Ue verificherà se la concezione del CfD bidirezionale incentiva sufficientemente la centrale elettrica a operare e partecipare in modo efficiente ai mercati dell’elettricità, nei limiti delle sue capacità tecniche. Questo è importante per ridurre al minimo le distorsioni del mercato, facilitare l’integrazione delle fonti rinnovabili e consentire al sistema elettrico di procedere verso la decarbonizzazione. In particolare, la centrale dovrebbe pianificare la manutenzione e il rifornimento in modo ottimale e adattare la produzione di energia ai prezzi di mercato. Inoltre, la Commissione Ue non può escludere che l’aiuto non venga trasferito ai consumatori di elettricità attraverso contratti diretti.
Bruxelles ora indagherà ulteriormente per determinare se una di queste preoccupazioni iniziali sia confermata o meno. L’apertura dell’indagine approfondita offre alla Polonia e ai soggetti terzi interessati l’opportunità di presentare osservazioni.
Ai sensi del Trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue), gli Stati membri sono liberi di determinare il proprio mix energetico, le condizioni di sfruttamento delle proprie risorse energetiche e la struttura generale del proprio approvvigionamento energetico. La decisione di promuovere l’energia nucleare è di competenza nazionale.
Gli aiuti di Stato per l’energia nucleare possono essere valutati e approvati direttamente ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del Tfue, che consente agli Stati membri di sostenere lo sviluppo di determinate attività economiche a determinate condizioni. Il sostegno deve rimanere però proporzionato e nell’ambito della necessità, e inoltre non deve incidere negativamente sulle condizioni degli scambi in misura contraria all’interesse comune.
Tra l’altro, a seguito dell’entrata in vigore delle nuove regole di progettazione del mercato dell’energia elettrica nel luglio scorso, la Commissione Ue valuta anche la conformità ai principi di progettazione dei regimi di sostegno diretto dei prezzi sotto forma di CfD bidirezionali stabiliti nel regolamento 2024/1747.
Ha dichiarato la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue e commissaria per la Transizione pulita, giusta e competitiva: «Il sostegno pubblico che la Polonia intende concedere per la sua prima centrale nucleare deve essere valutato dalla Commissione per assicurarsi che sia in linea con le norme sugli aiuti di Stato, che mirano a preservare la concorrenza nel mercato interno. In base alle norme sulla concorrenza, valuteremo anche l’impatto sul mercato interno dell’energia dell’Ue. Come sempre, tutte le parti interessate possono presentare le loro osservazioni».
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