Emilia-Romagna, la Regione scrive al governo: «Strumenti straordinari per uscire dalla crisi»

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Marco Madonia

Michele de Pascale scrive a Urso, Giorgetti e Calderone. Per il neopresidente bisogna riattivare la cassa integrazione in deroga per portare le aziende e i lavoratori fuori dai guai

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Le difficoltà dell’automotive, la moda dove è triplicata la cassa integrazione, piccole e medie imprese dell’artigianato alle prese con il calo della produzione e l’export che (terza volta in 35 anni) anche lungo la via Emilia tira il freno a causa delle difficoltà della Germania. E poi ci sono le previsioni: nel 2025 il Pil regionale crescerà solo se le esportazioni compenseranno il calo degli investimenti.

La richiesta di un confronto

L’Emilia-Romagna resta il territorio italiano a maggiore crescita, ma crisi e incertezze preoccupano le istituzioni. Per questo la Regione ha chiesto al governo di attivare con urgenza un confronto. L’obiettivo, ha scritto il governatore Michele de Pascale, è realizzare «un’operazione ponte con strumenti straordinari in grado di portare imprese e lavoratori fuori dalla crisi». Ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione in deroga, in grado di salvaguardare anche le piccole e medie imprese durante una congiuntura negativa. Una misura come quella già realizzata durante il Covid e in parte anche con l’alluvione del maggio 2023 capace di tutelare anche le imprese con meno di 15 addetti non coperte da forme di protezione del lavoro. È una delle richieste contenute nella lettera che il presidente della Regione ha inviato alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti e al ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso.




















































I dati regionali

La richiesta, peraltro, era stata condivisa dai firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, il tavolo regionale che riunisce oltre 60 realtà tra enti locali, associazioni di impresa, sindacati, terzo settore, atenei, centri di ricerca, associazioni bancarie. «Siamo davanti ad un quadro complesso — ha scritto de Pascale — che necessita della messa a punto di nuove misure a favore delle imprese e dei lavoratori sia in termini di cassa integrazione in deroga, sia di interventi di sostegno per l’accesso al credito, che aiutino a superare questa fase e a rilanciare gli investimenti». I dati di Regione e Unioncamere dicono che il Pil regionale nel 2024 cresce dello 0,9% (in linea con il +0,7% del 2023). Frenano, tuttavia, le esportazioni che nel corso degli ultimi 12 mesi hanno registrato una flessione del -1%.

Fase incerta e complessa

Per il 2025 il rapporto stima un andamento del Pil analogo con la ripresa dell’export che dovrebbe compensare il calo atteso degli investimenti. Fatica l’industria, reggono ancora le costruzioni, ma si prospetta un 2025 in picchiata sulla spinta dell’esaurirsi degli incentivi. L’anno prossimo il tasso di disoccupazione, attualmente sotto il 4%, dovrebbe risalire al 4,2% a causa di un rallentamento della crescita dell’occupazione (+0,4%) a fronte di un aumento dell’offerta di lavoro (+0,7%). «Non dobbiamo parlare di crisi — aveva detto nei giorni scorsi il vicepresidente della Regione con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla — ma di trasformazione veloce nel contesto di un cambiamento incredibile di paradigma». Si apre, dunque, una fase incerta e complessa, come ha scritto de Pascale nella lettera ai ministri, nella quale anche in Emilia-Romagna «settori trainanti e a forte specializzazione come le filiere della meccanica e della moda da troppi mesi mostrano segnali di grande sofferenza, con il rischio di forte perdita di imprese e occupazione». Secondo il presidente della Regione «la mancata ripresa del commercio internazionale, la recessione tedesca, il rallentamento della produzione automobilistica stanno mettendo a dura prova la resilienza di comparti chiave del nostro territorio nelle cui micro e piccole imprese lavora la gran parte degli occupati».

Infortuni e incidenti sul lavoro

In Emilia-Romagna, ricorda Viale Aldo Moro, nelle pmi e nell’artigianato la produzione e l’export sono in diminuzione, mentre il ricorso alla cassa integrazione nei primi 9 mesi del 2024 è triplicato. Infine de Pascale ha ufficialmente chiesto alla ministra Calderone di partecipare al tavolo del Patto per il Lavoro e il Clima per affrontare i temi della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. «È una priorità per il futuro dell’Emilia-Romagna — ha concluso de Pascale — e dal tavolo è emersa la necessità di garantire, come istituzioni e come sistema territoriale, un nuovo e maggiore impegno, mettendo in campo ogni sforzo utile a ridurre drasticamente infortuni e incidenti sul lavoro. Sono convinto che solo una più stretta collaborazione tra istituzioni sia decisiva per vincere questa sfida collettiva, confrontandoci e condividendo nuove strategie».

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23 dicembre 2024

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