Un sistema bancario in salute. È quello fotografato dal “Focus sul sistema bancario italiano nel 2023” pubblicato qualche giorno fa dall’Area Studi Mediobanca. In totale lo scorso anno gli istituti con totale attivo tangibile superiore a 50 milioni erano 323, una in meno rispetto al 2022. Diminuito pure il numero di Banche SpA con prevalente attività retail, da 61 a 60 unità, e quello delle Bcc, da 225 a 220 (-2,2%).
CONTO ECONOMICO E PATRIMONIO DEI PRINCIPALI SETTORI BANCARI
Andando a leggere le tabelle riportate nel focus elaborato da Piazzetta Cuccia, si scopre che il Cost income ratio è sceso al 55,3% dal 66,4% nel 2022 con buoni miglioramenti per le SpA (a 55,7% da 68,1%) e il Credito mobiliare (a 48,2% da 55,8%). Segno meno anche per le svalutazioni crediti, arrivate al 5,9% dei ricavi dal 9,5% ma sono in controtendenza le Popolari a 14,6% da 13,1% e il Credito mobiliare a 2,6% da -3,1%.
Dunque, è diminuita anche l’incidenza complessiva dei costi sui ricavi (-14,7 punti), al 61,2%, “sia per effetto delle minori svalutazioni sui crediti (3,6 punti) sia per la diminuzione del Cost income (11,1 punti)” si legge nella nota che accompagna il documento. Quasi raddoppiato in un anno il Roe, attestatosi al 17%, che va dal 6,4% delle Popolari al 47,3% dei gestori di patrimoni; al 17% le Banche SpA.
Passando al patrimonio, il coefficiente complessivo (Total capital ratio) nel 2023 è stato pari al 21,9% dal 21,6% del 2022. In linea le Banche retail SpA (21,4%), come le Popolari; le Bcc invece hanno registrato un valore ben oltre la media (26,3%), sotto la Gestione patrimoni con 24,3%.
QUALITÀ DEL CREDITO
Sul fronte della qualità del credito per l’intero sistema si sono registrati impieghi deteriorati lordi al 2,2% del totale degli impieghi lordi e all’1,1% in termini netti. Per entrambi, le Popolari hanno segnato i livelli più elevati (3,7% e 2%) e una delle coperture più basse (47,4%). Il tasso di copertura totale è stato del 51,2%, passando dal 66,4% delle sofferenze al 44,4% delle inadempienze probabili al 27,7% degli scaduti e sconfinanti. Le Bcc, rilevano da Mediobanca, appaiono più prudenti nella copertura di tutte le partite deteriorate rispetto alle altre categorie: copertura sofferenze all’89,2%, copertura scaduti e sconfinanti al 42,3%, copertura inadempienze probabili al 73,4%. Infine, la quota dei crediti totalmente garantita è al 60,5%, quella dei crediti parzialmente garantita all’11,5% quella dei crediti garantita al 72%.
Per quanto riguarda la composizione delle garanzie che assistono i crediti deteriorati netti totalmente garantiti, la parte maggiore è degli immobili 59,6% (nelle Bcc al 68,2%) dal 67,5% nel 2022, seguita dalle garanzie personali al 37,8 (nelle Popolari al 41,4%) dal 29,3% nel 2022.
IL RAPPORTO CON I VALORI SOGLIA
Se si analizzano i conti del sistema in relazione ai valori soglia, si scopre che a fine 2023 in Italia erano attivi 9 istituti il cui rapporto tra impieghi deteriorati lordi e somma del patrimonio netto tangibile e del fondo di rettifica degli impieghi è superiore al 75% (rappresentano 36,3 miliardi in termini di totale attivo, ovvero l’1,4% del sistema); 19 istituti con Cost income ratio oltre l’80% (rappresentano 146,6 miliardi in termini di totale attivo, ovvero il 5,8% del totale); 4 istituti con gli impieghi deteriorati lordi sul totale degli impieghi lordi oltre il 15% (rappresentano 8,8 miliardi in termini di totale attivo, ovvero lo 0,4% del sistema); 9 istituti con rapporto tra impieghi deteriorati netti e CoreTier1 superiore al 75% (rappresentano 33,3 miliardi in termini di totale attivo, pari all’1,3% del sistema) 13 istituti con un saldo tra svalutazione e rivalutazione dei crediti sul totale dei ricavi superiore al 30%, (rappresentano 27,1 miliardi in termini di totale attivo, pari all’1,1% del totale); 6 istituti con Roe negativo, che rappresentano 12,8 miliardi in termini di totale attivo, pari allo 0,5% del sistema. Inoltre si trovano 5 istituti con il Total Capital ratio inferiore al 15%, “valore non preoccupante se preso singolarmente (poiché ben al di sopra della soglia minima pari all’8%), ma che se combinato con altri indicatori problematici potrebbe configurare un quadro di relativa fragilità”, scrivono gli analisti di Mediobanca. Questi ultimi rappresentano 48,3 miliardi in termini di totale attivo, pari all’1,9% del sistema.
Nel complesso, 259 banche (l’87,2% del totale) non superano nessuno dei sette valori soglia mentre 25 istituti (8,4%) eccedono un parametro, 5 (1,7%) ne superano due, 4 (1,3%) ne superano tre, 2 ne eccedono sia quattro sia cinque (0,7%). Infine nessuna banca contemporaneamente segna valori elevati per sei e sette indicatori. C’è da aggiungere che le 259 banche “più virtuose”, ossia che non vanno oltre nessuno dei sette valori critici, hanno mostrato indicatori mediani favorevoli: impieghi deteriorati lordi sul patrimonio netto tangibile al 20,1%, Cost income ratio al 56,9%, impieghi deteriorati lordi sul totale degli impieghi lordi al 2,7%, incidenza degli impieghi deteriorati netti sul CoreTier1 al 7%, svalutazione dei crediti al 6%, Roe positivo al 12,2%, patrimonio di vigilanza sulle attività di rischio ponderate al 24,7%.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link