Karin Witton: “Il nostro modello sostenibile”

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Sostenibilità, riciclo, cambiamenti normativi e nuovi sviluppi. E’ una intervista a tutto tondo quella a Karin Witton, global sustainability director di Tosca, azienda internazionale tra i fornitori leader per cassette e pallet in plastica riutilizzabili.

Sostenibilità. Quali misure ha adottato Tosca di recente per migliorare il suo contributo all’economia circolare?

Il nostro modello aziendale è sostenibile al 100%. Siamo principalmente un’azienda di imballaggi come servizio (sebbene effettuiamo anche un certo numero di vendite dirette) e forniamo ai clienti prodotti riutilizzabili per il trasporto di merci, come cassette, contenitori per merci sfuse e pallet impilabili. Il cliente poi li utilizza per trasportare i prodotti a un trasformatore e poi a un rivenditore o direttamente a un rivenditore; quindi noi raccogliamo di nuovo gli imballaggi, li ripariamo, laviamo e spediamo per un nuovo utilizzo. Alla fine del ciclo di vita, gli imballaggi vengono triturati per essere riutilizzati in nuovi prodotti: l’intera attività si basa quindi su un approccio circolare

La nostra filosofia aziendale dice tutto: rivoluzionare il flusso delle merci attraverso la catena di approvvigionamento alimentare, eliminando gli sprechi in ogni fase. L’attenzione massima si concentra sull’eliminazione degli imballaggi monouso per quanto possibile.

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Quali sono state le tappe più importanti?

L’espansione della nostra attività a nuovi settori: dal formaggio e dalla birra di 60 anni fa, al più ampio portafoglio di imballaggi riutilizzabili per la più ampia gamma di prodotti. Cassette, pallet e contenitori per merci sfuse in plastica riutilizzabili per prodotti che vanno dalla frutta e verdura alle uova, dal pollame, alla carne e al pesce, dai prodotti farmaceutici ai prodotti di bellezza per il più ampio tipo di clienti (fornitori, trasformatori e rivenditori). 

Questo riduce il rischio di danneggiare la merce; diminuisce il ricorso alle materie prime, l’inutile e costante riacquisto di materiali di imballaggio, oltre all’eccessivo utilizzo di acqua ed energia durante la produzione. La logistica e i trasporti vengono così razionalizzati, il ricorso alla manodopera per la movimentazione delle merci diminuisce, per costi ed emissioni di gas serra inferiori.

Aver ottenuto le migliori valutazioni comparative del ciclo di vita dei nostri imballaggi grazie a un’attenta ricerca e all’individuazione di dati reali in grado di far comprendere i vantaggi dei nostri imballaggi rispetto a quelli monouso o a basso riutilizzo (i nostri imballaggi possono essere utilizzati più di 80 volte prima di essere avviati al riciclo); questi dati li forniamo ai nostri clienti affinché li utilizzino nelle loro attività di rendicontazione e per fare comprendere gli impatti positivi sui loro obiettivi/percorsi di sostenibilità.

Le funzionalità di tracciabilità digitale che consentono ai clienti di seguire le merci dall’inizio alla fine sono inestimabili in termini di gestione delle scorte, di comprensione dei danni e delle perdite, di risposta agli allarmi sanitari (come possibili malattie di origine alimentare) e di impatto sulla redditività. Con la possibilità di tracciare non solo dove o per quanto tempo la merce è in transito, ma anche come viene influenzata da urti (strade dissestate), umidità e temperatura, è ora possibile portare in tavola alimenti di migliore qualità e ridurre gli sprechi e i costi a essi legati.

In termini di riciclo e di imballaggi biobased quali sono stati gli sviluppi più significativi?

Una migliore struttura e regolamentazione del riciclo delle materie plastiche per uso alimentare, anche se complicata da attuare, fornisce ai consumatori una maggiore rassicurazione sul fatto che l’imballaggio non ha influito sul cibo che stanno mangiando.

Il riciclo chimico, sebbene sia ancora agli inizi e sia ancora in fase di valutazione a livello di impatto ambientale dei processi, ci offre l’opportunità di riutilizzare i materiali esistenti piuttosto che estrarre altro petrolio dalla terra, il che, come sappiamo, ha un impatto sia ambientale che sociale, nonostante gli sforzi dell’industria petrolifera e del gas per ridurre al minimo l’impronta delle attività di estrazione.

I materiali biobased per la nostra forma di imballaggio richiedono ancora ulteriori sviluppi. E questo solleva un’ottima questione, in quanto le persone mettono gli imballaggi in un unico contenitore e criticano o cercano soluzioni che si adattino a tutte le forme di imballaggio. I requisiti e le capacità dell’imballaggio variano a seconda che si tratti di imballaggio primario, secondario o di trasporto

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Le aspettative e i requisiti di posizionamento devono quindi essere adatti all’uso dell’imballaggio. Abbiamo valutato l’utilizzo di materiali biobased per i nostri imballaggi, tra cui l’uso di fondi di caffè e fibre naturali (provenienti dai rifiuti), ma finora non siamo riusciti a trovare alternative naturali per i nostri prodotti riutilizzabili.

E quali sono le opportunità di mercato più promettenti per Tosca in questo momento?

Chiunque utilizzi imballaggi monouso o a basso tasso di riutilizzo per il trasporto merci dovrebbe pensare di utilizzare alternative riutilizzabili. I vantaggi in termini di riduzione delle emissioni, riduzione dell’uso dell’acqua, eliminazione dei rifiuti, riduzione delle perdite durante il trasporto, soluzione alla carenza di manodopera, tracciabilità e tutti i costi associati possono essere chiaramente dimostrati. 

Inoltre, affidarsi al riciclaggio come unico mezzo per ottenere l’azzeramento del conferimento in discarica o per dichiarare le proprie credenziali ecologiche non coglie il punto: ridurre, riutilizzare, riciclare è l’ordine più appropriato dal punto di vista ambientale per gestire i rifiuti. Le attività di riciclo hanno la loro impronta e non sono sempre disponibili. I nostri prodotti riutilizzabili non hanno questo problema.

Quali sono i principali fattori di cambiamento nel vostro settore industriale e in quale misura la continua pressione per una maggiore sostenibilità e per il riciclaggio sta influenzando la vostra produttività?

I fattori chiave per noi sono i cambiamenti normativi in arrivo, soprattutto per quanto riguarda il contenuto riciclato e l’attenzione alla riduzione degli imballaggi in plastica, che, come detto in precedenza, si riferisce in realtà alla plastica monouso/all’imballaggio primario, non ai nostri imballaggi riutilizzabili per il trasporto. Le normative che si concentrano sulla riduzione/eliminazione degli imballaggi monouso sono quindi vantaggiose per il nostro settore e per i nostri clienti. 

I crescenti requisiti relativi all’incorporazione di maggiori livelli di contenuto riciclato, introdotti dal Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (Ppwr), sono ancora entro i limiti di quanto possiamo ottenere attualmente – abbiamo in media il 30-40% di contenuto riciclato nelle nostre attività di imballaggio – ma i crescenti controlli normativi sul riciclo delle plastiche per uso alimentare e la mancanza di personale nelle agenzie di regolamentazione (oltre alla loro attenzione per le plastiche coinvolte nei sistemi di imballaggio monouso come bottiglie o “clamshell”, ovvero il PET, piuttosto che per le nostre plastiche in polipropilene/HDPE) fanno sì che si profili un potenziale collo di bottiglia nell’ottenere un sufficiente contenuto riciclato per uso alimentare. Ma siamo fiduciosi che questo problema sarà risolto al più presto.

Secondo lei quali sono gli sviluppi più significativi dell’industria dell’imballaggio?

L’aumento delle capacità di tracciabilità e la relazione con il controllo delle perdite/danni e la gestione delle malattie/epidemie alimentari; il Ppwr che richiede il passaggio ai materiali riutilizzabili; le normative sulla responsabilità estesa del produttore che incoraggiano gli imballaggi riutilizzabili escludendoli dalle tasse associate; le normative di alcuni Paesi dell’Ue che richiedono la rimozione degli imballaggi non necessari per determinati alimenti – come le patate o le mele imbustate in plastica – che portano a una maggiore proporzione di tali alimenti in contenitori sfusi. Questi sono tutti elementi positivi per gli imballaggi riutilizzabili.

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La diversa attuazione dei regolamenti in Europa e nel Regno Unito, tuttavia, provoca un po’ di confusione per chiunque abbia a che fare con gli imballaggi e per chi opera nel settore del riutilizzo è ancora più difficile quando le merci si spostano da un Paese all’altro, per cui è necessaria una certa coerenza – e l’eliminazione dei materiali riutilizzabili dagli obblighi di rendicontazione o di tracciabilità sarebbe un passo enorme per il nostro settore.

Può descrivere il vostro portafoglio prodotti e le credenziali di sostenibilità?

Tutta la gamma di prodotti in plastica riutilizzabile di Tosca è al 100% riutilizzabile e riciclabile; contribuisce alla riduzione delle emissioni della catena di approvvigionamento di ambito 1, 2 e 3; riduce la necessità di acquistare crediti di carbonio; riduce le tasse e le multe per i rifiuti di imballaggio, come l’EPR e le tasse sul contenuto riciclato; i nostri contenitori riutilizzabili per liquidi sfusi, se combinati con l’innovativo sistema “liner and squeeze” di Tosca, possono ridurre gli sprechi alimentari di liquidi viscosi fino al 90%.

Avete in programma il lancio di qualche nuovo prodotto nel prossimo futuro?

Tosca è costantemente impegnata nell’innovazione, sviluppando soluzioni e prodotti che si evolvono insieme alle esigenze dei nostri clienti. Per il 2025, rimaniamo concentrati sul miglioramento dell’efficienza, della sostenibilità e del successo operativo lungo tutta la filiera.



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