Dal primo gennaio 2025 le aziende agricole italiane avranno l’obbligo di compilare digitalmente il quaderno di campagna dell’agricoltore (Qdca), presente all’interno del fascicolo aziendale, a sua volta parte del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian), gestito da Agea e dal Masaf. Questa novità normativa mira a informatizzare la registrazione delle operazioni agricole, come i trattamenti fitosanitari, le fertilizzazioni e le irrigazioni, introducendo una gestione completamente digitale del fascicolo aziendale.
Bisogna fare fin da subito una precisazione. In passato con il termine registro dei trattamenti si intendeva quel registro in cui venivano segnati i trattamenti fitosanitari, con le date di irrorazione, la coltura, il tipo di prodotto usato e via dicendo. Oggi per registro dei trattamenti si intende l’insieme di tutti i registri di campo (fertilizzazioni, irrigazioni, movimenti di magazzino, difesa, eccetera) che determinano cosa e come l’agricoltore ha agito in campo. Agea, oltre al termine di registro dei trattamenti, indica anche il termine quaderno di campagna dell’agricoltore, termine che useremo nell’articolo per cercare di non ingenerare errori di interpretazione.
Dunque, da gennaio, le aziende agricole dovranno non solo tenere traccia delle attività svolte in campo, come stanno facendo da dodici anni, ma anche caricare periodicamente i dati sul portale informatico del Sian.
Le informazioni richieste comprendono dettagli sui trattamenti effettuati, le superfici coinvolte, i macchinari utilizzati, i prodotti agricoli trattati e persino i dati relativi agli operatori coinvolti. Le tempistiche di aggiornamento variano a seconda del tipo di coltura e di attività e possono essere anche molto serrate, per quanto riguarda ad esempio i trattamenti fitosanitari su colture a ciclo breve.
Quaderno di campagna dell’agricoltore: quali dati inserire?
Il quaderno di campagna dell’agricoltore (Qdca) rappresenta un hub digitale dove confluiscono tutte le informazioni relative alle operazioni svolte in campo.
Ecco dunque una panoramica dettagliata, ma non esaustiva, delle principali tipologie di dati richiesti:
- Eventi colturali: identificativo dell’appezzamento, fasi colturali, fasi fenologiche, eccetera. In colture come la vite queste informazioni sono aggiornate meno frequentemente che in casi come le orticole.
- Trattamenti fitosanitari: data e ora (sì, anche l’ora) del trattamento, prodotto utilizzato, modalità di esecuzione e avversità trattata. È richiesta la comunicazione entro trenta giorni dall’applicazione.
- Fertilizzazioni chimiche e organiche: dettagli sui fertilizzanti utilizzati e sulle modalità di distribuzione. Anche in questo caso, i dati vanno aggiornati periodicamente o al termine di ogni ciclo colturale.
- Registro delle irrigazioni: modalità di irrigazione e superfici trattate, comprese eventuali fertirrigazioni.
- Trattamenti su prodotti agricoli: data del trattamento fitosanitario, numero di registrazione del formulato, modalità di esecuzione del trattamento, eccetera.
- Trattamenti su sementi: date e ora del trattamento, quantitativo di semente trattato, modalità di esecuzione, eccetera.
- Macchinari agricoli: identificazione dei mezzi impiegati, stato di manutenzione e controlli funzionali.
- Siti di stoccaggio: dettaglio dei materiali immagazzinati, con focus particolare sui prodotti fitosanitari.
- Operatori: Dati anagrafici e qualifiche professionali degli operatori coinvolti nelle attività agricole.
Gestione dei dati – Da produttore a organismo pagatore
(Fonte foto: Agea)
Ma con che tempistica devono essere forniti i dati? Dipende dal dato. Ad esempio, per i trattamenti fitosanitari il registro deve essere aggiornato entro trenta giorni dall’esecuzione del trattamento e comunque prima del momento della raccolta. Nel caso della tipologia di coltura, invece, le informazioni devono essere fornite al cambio della coltura o, nel caso di colture permanenti, come la vite o l’olivo, il Piano colturale grafico va aggiornato ogni anno.
Il giro dei dati: dall’azienda alla Commissione Ue, passando per Agea
Il flusso delle informazioni richieste dal quaderno di campagna dell’agricoltore segue un percorso ben definito, coinvolgendo diversi attori.
L’agricoltore è il primo responsabile della generazione dei dati ed è anche il proprietario dei dati. Questi possono, in teoria, essere caricati direttamente all’interno del fascicolo aziendale dall’agricoltore, oppure per tramite dei Centri di Assistenza Agricola (Caa). Per evitare lungaggini e code davanti ai Caa, la soluzione oggi più semplice è quella di affidarsi ad un software, come QdC® – Quaderno di Campagna® che permette all’agricoltore di compilare egli stesso i campi di interesse con i propri dati, che poi “transitano” dai Caa e vanno ad aggiornare il fascicolo aziendale.
Agea e gli organismi pagatori regionali utilizzano tali dati per eseguire le verifiche di conformità e stabilire se un’azienda agricola abbia i requisiti per accedere ai premi Pac. Si pensi ad esempio ai controlli sulla condizionalità rafforzata o quelli relativi agli Ecoschemi, con l’accesso ai dati digitali diventa molto più semplice verificare la correttezza dell’operato dell’agricoltore.
Le motivazioni del legislatore e i vantaggi per l’agricoltore
L’introduzione dell’obbligo di aggiornamento digitale del Qdca è stato motivato dalla necessità di rispondere alle richieste dell’Unione Europea in termini di trasparenza, sostenibilità e tracciabilità delle produzioni agricole. Con la Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027, Bruxelles ha posto l’accento sulla necessità di raccogliere dati dettagliati come strumento per monitorare l’impatto ambientale delle attività agricole e per garantire un uso più responsabile delle risorse.
Infatti, Agea Coordinamento, che è il soggetto in Italia che si interfaccia con la Commissione Ue, aggrega tutti i dati contenuti in tutti i fascicoli aziendali e può effettuare delle verifiche, come ad esempio calcolare indici di sostenibilità di ogni prodotto e produttore e svolgere attività di controllo e supporto alle verifiche ispettive. Inoltre, può rendere disponibili i dati ad altre amministrazioni, come l’Unione Europea, che utilizza poi queste informazioni per definire le proprie politiche a sostegno del settore agricolo.
Per gli agricoltori, quello che parte dal primo gennaio 2025, è indubbiamente un nuovo fardello burocratico, ma dato che tali obblighi non sono evitabili, è possibile sfruttare la necessità di digitalizzazione per ottenere qualche vantaggio.
Ad esempio:
- Usando software come QdC® – Quaderno di Campagna® vengono eseguiti dei controlli preliminari sui dati inseriti, in modo che l’agricoltore sappia in anticipo, ad esempio prima di un trattamento, se è in regola o meno.
- Questi software permettono anche di calcolare dei Kpi, dei parametri sulla performance dell’azienda, in modo da migliorarne la produttività.
- Avere i dati di un prodotto agricolo equivale a possederne la storia e permette all’agricoltore che lavora in filiera o direttamente con il consumatore di raccontare l’origine di un cibo, passando da un concetto di commodity, in cui a fare la differenza è solo il prezzo, ad uno di specialty, dove i ricavi sono maggiori.
- Infine, in linea teorica, avendo tutti i dati degli agricoltori a disposizione, effettuare i controlli di conformità per gli organismi pagatori dovrebbe essere molto più veloce. Dunque gli anticipi e i saldi dovrebbero arrivare con più celerità.
QdC® – Quaderno di Campagna® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale
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