Il Parlamento europeo ha rinviato l’entrata in vigore del regolamento europeo contro la deforestazione

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Il Parlamento europeo ha deciso per il rinvio dell’entrata in vigore del cosiddetto EUDR, il regolamento europeo contro la deforestazione. L’ok a posticipare di un anno esatto il provvedimento è arrivato il 17 dicembre 2024 con 546 voti favorevoli, 97 contrari e 7 astenuti. Resta solo da aspettare che il Consiglio ratifichi ufficialmente la decisione di far entrare in vigore le nuove regole europee contro la deforestazione il 30 dicembre 2025 per quanto riguarda le grandi aziende e il 30 giugno 2026 per quanto riguarda invece le Pmi. Insomma, tutto rinviato di un anno esatto.

Maggioranza instabile e revisione del Green Deal

Il regolamento contro la deforestazione è stato al centro di una grave discussione politica, che ha persino messo a rischio la maggioranza (di cui fanno parte Popolari, Socialisti e Liberali) della rieletta presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen. Anche perché si tratta di un elemento piuttosto importante del Green Deal Europeo, anch’esso alla ricerca di nuovi indirizzi guida dopo tante contestazioni e richieste di revisione. Molti Stati europei e numerosi protagonisti della scena imprenditoriale e industriale stanno chiedendo a gran voce una riformulazione dei vincoli e delle scadenze del Piano europeo per ridurre emissioni e inquinamento.

Che cos’è il regolamento sulla deforestazione

Ma di che cosa stiamo parlando esattamente? Il regolamento sulla deforestazione è stato adottato dal Parlamento il 19 aprile 2023, con l’obiettivo di combattere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, prevenendo la deforestazione connessa al consumo nell’UE di prodotti ottenuti da bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia, legno, gomma, carbone e carta stampata. Le disposizioni del regolamento dovevano essere applicate dalle imprese a partire  dal 30 dicembre 2024 ma, come detto, si è deciso di dare alle stesse imprese un anno di tempo per prepararsi meglio alle nuove regole e riuscire davvero a garantire che i prodotti venduti in UE non provengano da terreni disboscati.

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Il divieto si applica a olio di palma, bovini, soia, caffè, cacao, legno, e gomma. Questo perché, come evidenziato dal Wwf Living Planet Report 2024, circa il 90% della deforestazione mondiale deriva dall’alimentazione umana e il maggior contributo alla deforestazione arriva, appunto, da olio di palma, la soia e l’allevamento dei bovini.

Mappature, controlli e informazioni

Tornando al divieto, per poterlo rendere operativo è necessario mappare in modo dettagliato le aree di origine delle categorie merceologiche citate, in modo da poter stabilire se quelle aree abbiano subito deforestazione oppure no. Si tratta, in sostanza, di informazioni che ciascun operatore della filiera deve avere per poter valutare le possibilità per cui il prodotto abbia un’origine “sicura”, diciamo così, oppure no. Perché solo in questo modo si è a norma. Servono controlli e misure di mitigazione del rischio in caso di sospetti.

In sostanza, dunque, il Parlamento Ue ha deciso di offrire alle imprese un altro anno per adeguarsi, dal momento che il regolamento rafforza il controllo dell’Europa verso operatori e commercianti, ai quali spetta il compito di dimostrare che i loro prodotti siano provenienti da terreni non recentemente disboscati e che non hanno nemmeno contribuito al degrado forestale. E tra questi prodotti ci sono anche olio, caffè e cacao. La Commissione, del resto, aveva già proposto di posticipare la data di applicazione del regolamento in risposta alle preoccupazione e ai timori di cui si è detto.

La spaccatura politica e la tenuta della “maggioranza Ursula”

Già a novembre era chiaro che l’iter legislativo del regolamento contro la deforestazione vivesse giorni travagliati. Il Parlamento ha primo votato per posticiparne l’entrata in vigore, poi il dossier è tornato sul tavolo del Consiglio fino a nuovi negoziati  tra gli ambasciatori dei 27 Paesi membri. In tutto questo, però, le modifiche proposte dal Parlamento hanno visto un’inedita alleanza tra le ultra destre europee e i popolari, facendo infuriare i socialisti. Nasce da qui, come detto, la spaccatura della cosiddetta “maggioranza Ursula” guidata dalla von der Leyen.

Un anno di tempo in più per imprese e aziende

I 12 mesi di tempo in più, secondo il Parlamento, “dovrebbero aiutare gli operatori di tutto il mondo ad attuare le regole senza intoppi e senza compromettere gli obiettivi della legge”. Dopo l’approvazione plenaria del Parlamento europeo, il Consiglio Ue ha precisato: “Tale rinvio consentirà ai Paesi terzi, agli Stati membri, agli operatori e ai commercianti di essere pienamente preparati in termini di obblighi di dovuta diligenza, al fine di garantire che determinate materie prime e prodotti venduti nell’Ue o esportati dall’Ue siano esenti da deforestazione. Ciò include prodotti ricavati da bovini, legno, cacao, soia, olio di palma, caffè, gomma e alcuni dei loro prodotti derivati”.

C’è anche l’Italia, con il governo di Giorgia Meloni, tra i Paesi che hanno maggiormente fatto pressione sulla Commissione Ue per arrivare al rinvio, trovando alla fine il consenso anche della von der Leyen e dei socialisti.

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Per comprendere l’importanza di questo regolamento contro la deforestazione all’interno dell’ambizioso progetto del Green Deal, occorre citare un rapporto della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, secondo cui tra il 1990 e il 2020 a causa della deforestazione sono andati persi 420 milioni di ettari di foresta: si tratta di un’area più grande della stessa Europa. Dunque è come se il nostro intero Continente fosse andato in fumo. E in tutto questo va inoltre tenuto a mente che il consumo in Europa rappresenta da solo circa il 10% della deforestazione mondiale, con oltre i due terzi di questo dato rappresentati da olio di palma e soia.

Quali sono le foreste protette dal regolamento

Infine va tenuto presente che il regolamento europeo contro la deforestazione protegge le foreste solo nel caso in cui queste rientrano nella definizione indicata nel provvedimento, che è poi la stessa definizione adotta della Fao: si intende cioè per foresta un “terreno che si estende per almeno 0,5 ettari con alberi più alti di 5 metri e una copertura arborea di almeno il 10%”.





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