Emanuela Massicci uccisa di botte dal marito, i figli erano nella stanza accanto. L’uomo nel 2015 andò ai domiciliari per lesioni su un’altra donna

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Ha chiuso a chiave la porta della camera da letto, forse per non far entrare i due figli che dormivano nella stanza accanto. Poi ha ammazzato di botte la moglie, a mani nude, con pugni al volto e calci dove capitava, al culmine di una sfuriata da marito violento. Nell’altra camera i loro bambini, 11 e 12 anni, che forse hanno sentito le urla della povera mamma, ma senza poter fare nulla. Era la notte prima della recita di Natale in classe, prevista per oggi, un momento lieto atteso con la speranza dei bambini della loro età: trascorrere in famiglia delle feste serene. Chissà se hanno sentito anche il loro papà tentare l’ultima messinscena, telefonando a sua madre per dirle che la moglie aveva accusato un malore e non riusciva più a respirare. Chissà dove si erano nascosti, magari sotto il letto, mentre il padre, appena finito quello scempio, si tagliava le vene. Un orribile femminicidio, quello andato in scena l’altra notte a Ripaberarda, frazione di Castignano, borgo di 2.500 abitanti sulle colline del Piceno, che deve il nome ai boschi di castagni che salgono verso il monte dell’Ascensione. Massimo Malavolta, 48 anni, operaio alla Ykk, stabilimento industriale di Campolungo, di origine sambenedettese, ha assassinato la moglie Emanuela Massicci, 45 anni, castignanese, insegnante supplente alla scuola dell’infanzia di Poggio di Bretta.


Emanuela Massicci, chi era la donna uccisa dal marito ad Ascoli Piceno: 45 anni, lavorava come maestra d’asilo

I PRECEDENTI

L’omicida non era nuovo, purtroppo, a episodi di violenza. Nove anni fa era finito agli arresti domiciliari per lesioni aggravate e atti persecutori nei confronti di una collega disabile con la quale sembra avesse avuto una relazione sentimentale. Per quei reati era stato condannato a due anni di carcere (pena ridotta di un terzo con il rito abbreviato) dal tribunale di Ascoli. Poi la Corte di appello di Ancona aveva ridimensionato il reato di atti persecutori in molestie, riducendo la condanna a poco più di sei mesi, con pena sospesa. Nel paese in provincia di Ascoli Piceno molti erano a conoscenza del carattere difficile di Massimo, protagonista di storie tese anche con alcuni colleghi in fabbrica. Eppure la moglie non lo aveva mai denunciato alle forze dell’ordine e non era giunta alcuna segnalazione di liti o altri gravi episodi familiari. Un attrito che probabilmente scorreva come un fiume carsico fino a esplodere nell’aggressione mortale dell’altra notte. Nella villetta isolata (dove al piano inferiore c’è l’Osteria del Pelo, gestita dai genitori della vittima che però risiedono altrove) ad aprire la porta di casa agli operatori sanitari del 118 sono stati i due figli minori della coppia, che dormivano in un’altra stanza al momento dell’omicidio. I vigili del fuoco, entrati nel villino, hanno forzato la porta della camera da letto, chiusa a chiave dall’interno, facendo la macabra scoperta. Massimo Malavolta era seduto sul letto, insanguinato, con le vene dei polsi recise e un coltello in pugno, la moglie era stesa al suo fianco, oramai senza vita. I carabinieri lo hanno disarmato ma nel frattempo l’uomo si è accasciato a terra e ha perso i sensi. È stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Mazzoni di Ascoli per le lesioni ai polsi e per la copiosa perdita di sangue. Nel corso del sopralluogo, effettuato subito alla presenza del procuratore della Repubblica Umberto Monti, dai rilievi dei carabinieri e di due medici legali è emerso lo scenario evidente di un omicidio con tentativo di suicidio.

IL SOPRALLUOGO

Malavolta si è reciso le vene dei polsi con un coltello perdendo molto sangue. La vittima invece presentava numerose tumefazioni al volto e in varie parti del colpo, ma non si esclude la morte per soffocamento. Inizialmente si era diffusa la voce che Emanuela fosse stata accoltellata, ma da una prima ricognizione del cadavere, non risultano lesioni da arma da taglio. Le cause della morte e delle lesioni saranno accertate attraverso l’autopsia che si terrà nelle prossime ore. Massimo Malavolta è stato quindi arrestato per omicidio volontario e ora è piantonato all’ospedale Mazzoni, ricoverato nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni di salute sono gravi ma, salvo complicazioni, non sarebbe in pericolo di vita. Quando starà meglio sarà interrogato dal magistrato. Nell’ultimo periodo era soggetto a frequenti e improvvisi scatti d’ira. I due figli minori, di 11 e 12 anni, sono stati affidati alle cure dei nonni materni. Secondo la procura di Ascoli non hanno assistito all’aggressione né al tentativo di suicidio del padre. Episodi avvenuti nella stanza da letto dei genitori chiusa dall’interno. Proprio questa sera i due ragazzini avrebbero dovuto partecipare alla tradizionale recita di Natale della scuola media alla quale probabilmente avrebbero assistito i genitori. Per loro, non sarà Natale.





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