Servizio idrico. Acea Molise, socio privato di Rivieracqua (Imperia), porterà all’indebitata società 48 mln anche per migliorie infrastrutturali. Ad Aretusacque 980mila euro

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Resta in stand by l’affidamento del servizio idrico della provincia di Siracusa. Dall’aggiudicazione (atto non definitivo senza il vero e proprio affidamento) sono trascorsi tre mesi e neanche sappiamo quale esito abbia avuto il ricorso di Ireti; respinto invece a fine ottobre quello della Dam.

Una novità è che Acea Molise (la stessa società che ha partecipato, unica, alla gara siracusana, interamente partecipata da Acea Spa – società controllata al 51% da Roma Capitale, al 23,33% dalla francese Suez, e al 5,45% dall’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone) è sbarcata in Liguria per gestire lo stesso servizio ad Imperia e provincia aggiudicandosi a novembre la gara dal valore stimato di oltre un miliardo di euro come socio privato della costituenda Rivieracqua (senza fantasia, nel rispetto del trend comune, la nostra società si chiamerà Aretusacqua). Anche in questo caso le quote societarie del privato resteranno sotto il 50% (il 48 mentre da noi sarà il 49%) per alimentare la (falsa) sensazione che non si stia ‘privatizzando’ il più universale ed essenziale dei beni pubblici: l’acqua.

Un pannicello caldo perché la chiave di lettura di quella che sarà la gestione reale del servizio è negli organi societari: l’Assemblea, il Consiglio di Gestione, il Consiglio di Sorveglianza. La gestione dell’impresa spetta esclusivamente al Consiglio di Gestione, composto di tre membri (anche non soci), nominati dal Consiglio di Sorveglianza su proposta del socio privato (obbligatoria la presenza femminile). Anche il Presidente del Consiglio di Gestione, sempre nominato dal Consiglio di Sorveglianza, è scelto su proposta del socio privato ed è lui a presiedere l’Assemblea formata dai soci. L’organo principale della spa è quindi interamente nelle mani del socio privato mentre i cinque membri del Consiglio di Sorveglianza sono nominati dall’Assemblea dei soci sulla base di liste presentate dagli azionisti pubblici e ne diventa Presidente chi raccoglie il maggior numero di voti espressi dall’Assemblea. Il Presidente, oltre alle competenze attribuite agli altri membri del Consiglio di Sorveglianza, può assistere alle riunioni del Consiglio di Gestione. Sarebbe quindi indispensabile che il Consiglio di sorveglianza svolgesse una funzione assolutamente autonoma e vigile sugli atti e le scelte di chi ha il compito di gestire il servizio ma la nostra esperienza sulla capacità del controllo pubblico ci fa essere pessimisti.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Incontestabile rimane comunque il fatto che nell’azione dei privati occorre sempre tener conto del margine di profitto che (legittimamente) rivendicano e che per gli utenti si trasforma in costi per lo più altissimi, e a volte (o spesso) in scelte industriali che guardano più agli interessi dei pochi che a quelli della comunità. Quando la Sai8 nel 2008 iniziò a gestire il servizio a Siracusa quale prima mossa sostituì tutti i contatori per assicurarsi i lauti introiti della tariffa (ma si badi bene che per noi è giusto che tutti, tutti, paghino questo servizio… ma il giusto!) e alla fine lasciò 74 milioni di debiti senza alcun intervento di rilievo sulle infrastrutture.

C’è un aspetto però che stimola domande nel confronto con quanto accadrà ad Imperia. Qui si è dovuto far fronte a una seria crisi finanziaria della società Rivieracqua aggravata da un debito di 80 milioni di euro. L’arrivo ‘provvidenziale’ di Acea Molise, alla quale saranno garantiti profitti variabili tra l’8% e il 20%, ha scongiurato il concordato fallimentare perché la società per acquisire il 48% investirà inizialmente 40 milioni di euro, un contributo immediato suddiviso tra un aumento di capitale di 30 milioni e un finanziamento soci di ulteriori 10 milioni, finalizzati proprio a risanare le finanze della società e ad avviare migliorie infrastrutturali. Avrà forse avuto un peso il fatto che a gestire la gara sia stata la Sogesid così come voluto dal commissario ad acta dell’Ati l’on. Claudio Scajola? Non lo sappiamo ma guardiamo con perplessità la società nostrana con il suo capitale sociale di soli due milioni di euro diviso in due milioni di azioni del valore nominale di un euro ciascuna: i Comuni sborseranno, in proporzione rispetto al numero di abitanti, 1.020.000 euro, Acea Molise ben (!) 980.000 euro.



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