Quando Olimpia-Bayern mise in palio la Final Four

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La data è 4 maggio 2021, il 4 maggio di una stagione giocata interamente a porte chiuse. “E’ il mio rimpianto – dice Chacho Rodriguez- Avrei voluto avere il pubblico sugli spalti”. “Ma anche così – interviene Zach LeDay – si avvertiva da fuori l’energia dei tifosi”. Il Forum era stato completamente coperto di striscioni a formare una coreografia da grande evento. Solo che la gente non c’era. Quella sera però c’era all’esterno dell’impianto, con le mascherine protettive d’ordinanza. Il 4 maggio 2021 l’Olimpia aveva una partita da vincere per tornare dopo 29 anni alle Final Four di EuroLeague. L’avversario era il Bayern Monaco (clicca qui per acquistare i biglietti per la partita di venerdì 20 dicembre alle 21:00 all’Unipol Forum)

Ironicamente era stato anche il primo avversario di quella stagione. I precedenti erano nel complesso favorevoli ma Olimpia-Bayern è sempre stata una partita imprevedibile con colpi di scena memorabili fin dalla vittoria nella stagione 2014/15 decretata da una tripla allo scadere di Daniel Hackett. C’era stata anche una clamorosa rimonta, proprio l’anno prima, da meno 19 con canestro decisivo segnato daKaleb Tarczewski con una schiacciata volante su alley-oop di Rodriguez. E proprio all’inizio di quella stagione magica, l’Olimpia aveva vinto a Monaco dopo un tempo supplementare grazie ad una tripla di Shavon Shields a nove secondi dalla fine.

Ma quella serie di playoff aveva superato ogni aspettativa in termini di equilibrio e colpi di scena tra due squadre che avevano chiuso la stagione regolare al quarto e quinto posto, ricche di giocatori esperti (nel Bayern c’erano James Gist, Jalen Reynolds, Leon Radosevic, Vladimir Lucic e Andrea Trinchieri era l’allenatore). Il Bayern arrivando a Milano senza tanta pressione addosso aveva addirittura dominato Gara 1. Il journeyman DJ Seeley decise di giocare la miglior partita della carriera almeno in rapporto alla sua importanza (23 punti, 5/5 da tre, 32 di valutazione). Grazie ad un secondo quarto da 26-11, il Bayern all’intervallo era avanti 44-27. Il furioso tentativo di rimonta guidato da Delaney venne frustrato ancora da Seeley e dall’ala Paul Zipser. A 90 secondi dalla fine del terzo periodo, il Bayern era ancora a più 15, inscalfibile, chirurgico. E a quel punto tutto cambiò. Tutto cominciò a cambiare negli ultimi due possessi del terzo quarto con un canestro di Rodriguez e due tiri liberi di LeDay. Il gap era ancora di 11 punti ma l’inerzia della gara stava cambiando padrone.

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Lo storico canestro di Zach LeDay in Gara 1 dei playoff del 2021 contro il Bayern

L’Olimpia costruì una delle famose rimonte che hanno costellato una storia di quasi 90 anni. Ma non fu veloce né facile. Rodriguez segnò i primi otto punti del quarto ma il Bayern riuscì a respingere ogni assalto per quasi nove minuti quando LeDay ripristinò la parità. Superata l’avversaria a 36 secondi dalla fine con una tripla di Rodriguez, l’Olimpia aveva incassato due tiri liberi di Wade Baldwin e poi era stata beffata da James Gist sempre dalla linea, fallo subito da Punter in situazione di contropiede, trovandosi un punto sotto con 1.2 secondi da giocare. Fortunatamente in un secondo tempo spettacolare Coach Ettore Messina non aveva avuto bisogno di spendere tutti i suoi tre time-out. Ne aveva ancora uno nella faretra. E ne fece buon uso.

Quando si parla di “The Alley-Oop” all’Olimpia non c’è bisogno di specificare di cosa si stia parlando. La rimessa venne eseguita in modo magistrale da Malcolm Delaney e il movimento di tre giocatori in campo (Rodriguez, Kevin Punter, Kyle Hines) generò il balzo al ferro di Zach LeDay. Ricevette il passaggio appoggiando la palla al tabellone e poi dentro, con qualche apprensione e il tentativo infruttuoso di Reynolds di schiaffeggiare via la palla. “Un passaggio eccezionale” lo definì Messina. Per Delaney fu l’atto iniziale di una serie giocata in modo straordinario (81 punti in cinque gare) che avrebbe rinforzato il suo soprannome di “Playoff Delaney”.

Evitato il tracollo di Gara 1, l’Olimpia vinse comodamente Gara 2 che pure finì con un incidente a metà campo tra i giocatori delle due squadre, una questione di regole non scritte nel cerimoniale post-partita in cui la squadra di casa dovrebbe esseguire l’huddle a metà campo e l’altra in lunetta. Kevin Punter non la prese bene e attese Vladimir Lucic all’uscita dal campo e dovettero adoperarsi gli staff per contenere il diverbio.

“Torneremo in Germania”. La promessa fu di Sergio Rodriguez una settimana dopo quella Gara 2, alludendo alla sede delle Final Four, Colonia. L’Olimpia era andata a Monaco con due match-point. Non si era giocata bene il primo ma si era lasciata sfilare via il secondo nell’ultimo minuto. La giocata decisiva fu un canestro in entrata con fallo annesso di Shields. Sarebbe stato il canestro del sorpasso a otto secondi dalla fine e forse delle Final Four. Ma l’instant replay fu galeotto. James Gist era posizionato all’esterno del semicerchio per cui la chiamata venne ribaltata: fallo in attacco e canestro annullato. Il Bayern vinse e l’accesso alle Final Four deciso a Milano il 4 maggio 2021.

Nella storia dell’EuroLeague moderna nessuna squadra ha mai vinto Gara 5 in trasferta. Ma quella non era una Gara 5 normale. Si giocava a porte chiuse e non ci sarebbe stato il pienone a sostenere la squadra di casa, a spingerla emotivamente. Il muro rosso era tutto davanti alla tv.

Gara 5 sarebbe stata la grande notte di Shavon Shields ma nel contesto di una partita rocambolesca. Shavon segnò sette punti già nel primo quarto, in cui l’Olimpia tramutò un disavanzo iniziale di cinque punti nel 24-22 conclusivo. Nel secondo periodo, l’Olimpia tentò di prendere possesso della gara, di farla propria, costruendo un vantaggio che toccò i 13 punti prima di chiudere sul 50-40. Al rientro negli spogliatoi, Shields aveva 18 punti. Nel terzo quarto, l’Olimpia dominò la gara, scappando a più 15 su due triple consecutive di Delaney e Shields. Dopo una reazione emotiva del Bayern, Kevin Punter segnò cinque punti consecutivi, i primi cinque della sua partita, scavando il vantaggio massimo, 17 punti. Alla fine del terzo, il divario era di 14 punti, colpa di un’altra tripla di Seeley. Dopo quattro minuti del quarto conclusivo, il margine era ancora di 16 punti. Il Bayern andò allora all’assalto. A 3:35 dalla fine, Zan Sisko, centrò la tripla del meno sei, cui Delaney rispose con cinque punti consecutivi. Quando, a 1:18 dalla fine, Shields centrò la quinta tripla della sua partita, l’Olimpia era avanti 91-79 e di fatto in viaggio verso Colonia. Non così presto!

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In diretta: a 1:03 dalla fine, Lucic da tre riduce il divario a nove punti; a 45 secondi dalla sirena, il centro Jalen Reynolds segna da sotto il canestro del meno sette dopo aver schiaffeggiato la palla portata avanti da Hines; a 22 secondi dalla conquista di Colonia, Rodriguez conta di centrare la tripla della staffa invece sbaglia e sul rovesciamento di fronte, ancora Reynolds, che, come giocatore, è un agonista, un centro fisico, ma non un tiratore, mette la tripla del meno quattro, presa solo perché non c’era più tempo per costruire altro. Sulla rimessa da fondo, Shields viene raddoppiato alle spalle, qualcuno gli tocca la palla, che schizza al centro direttamente nelle mani di Wade Baldwin che appoggia facilmente il canestro del meno due. Delaney va a rimettere, ma ormai l’Olimpia è in panico. Shields per liberarsi usa l’avambraccio troppo energicamente. Gli fischiano il fallo in attacco e la rimessa da fondo campo è per il Bayern. Improvvisamente, una partita vinta passa nelle mani del Bayern. L’Olimpia ha bisogno di una difesa per “riconquistarla”. 12 secondi di paura.

Da tre angolazioni diverse il muro eretto da Kyle Hines contro Wade Baldwin

La palla viene consegnata a Baldwin, marcato da Delaney. Non riesce ad attaccarlo direttamente, quindi palleggia arretrando. Sul lato debole, Zipser e Reynolds vanno a eseguire due blocchi consecutivi per liberare Lucic, il miglior tiratore della squadra. La difesa è impegnata a impedire questa soluzione, così Baldwin vede lo spazio per attaccare Delaney e arrivare fino in fondo alla ricerca del fallo o del canestro del pareggio. Ma c’è un uomo che ha capito tutto una frazione di secondo in anticipo. Kyle Hines, che è stato probabilmente il miglior difensore d’Europa per tutta la durata della sua carriera, ha scelto quel momento, il più importante della sua storia milanese, per dimostrarlo una volta per tutte.

Ricostruendo l’ultima azione, è facile esaltare il tempismo di Kyle Hines, la lucidità con la quale si oppone a Baldwin, salta insieme a lui, mette le due mani sulla palla, senza mollarla, e forza la palla a due contro un avversario più piccolo, palla a due che poi avrebbe vinto permettendo a Shields di segnare un tiro libero su due e portare a termine la gara con il 92-89 e conquistare il viaggio a Colonia. Ma l’aspetto meno reclamizzato della giocata di Hines è in quella sua diabolica capacità di vedere il gioco un attimo prima. Hines stava difendendo su Reynolds, ma è rimasto mezzo passo in area, e quando ha visto che Baldwin andava dentro a testa bassa ha eseguito il movimento decisivo, quello di farsi trovare all’appuntamento con la storia, arrivandoci prima dell’avversario e creando le premesse per poterlo in qualche modo stoppare (in realtà il boxscore ufficiale gli attribuisce la palla rubata, non essendoci stato di fatto alcun tiro). Una giocata da fuoriclasse della difesa e da giocatore intelligente, una giocata con cui Kyle Hines ha riportato l’Olimpia alle Final Four e salvato la partita di Shields, il suo 41 di valutazione, che rischiava di diventare inutile nelle confuse battute finali di una partita giocata ascoltando il rumore delle scarpe sul parquet le indicazioni delle panchine e senza pubblico. La più grande partita che pochi hanno visto nella storia dell’Olimpia.

La palla a due vinta da Kyle Hines per completare la giocata precedente



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