La morte sulle banchine – Lanuovasavona.it

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Intorno alle 3.00 della mattina di mercoledì 18 dicembre 2024 è avvenuto un incidente mortale nel terminal Psa Pra’ del porto di Genova. Dalle prime informazioni emerge che un portuale della Culmv di 52 anni stava controllando la chiusura di un container tra due trattori portuali, quando uno dei due lo ha investito. Il conducente di un altro trattore è stato sbalzato dall’abitacolo ed è ricoverato in ospedale, ma non è in pericolo di vita. L’esatta dinamica dell’incidente non è ancora chiara e la Procura di Genova ha avviato un’indagine.

Cgil, Cisl e Uil Genova e Liguria condannano l’ennesima tragedia sul lavoro “che tocca oggi un territorio già martoriato da 20 morti nei primi dieci mesi del 2024.
Questa volta è accaduto a Genova in porto, al terminal Psa Gp, dove questa notte ha perso la vita un uomo di 52 anni investito da una ralla mentre un altro, infortunato, è stato portato al San Martino di Genova. In questi momenti concitati, in cui la comunità del lavoro è sconvolta da una tragedia di questa portata, sono state proclamate 24 ore di sciopero dalle categorie dei trasporti Filt Cgil Fit Cisl e Uiltrasporti.
Nell’attesa di conoscere la dinamica dell’incidente ci interroghiamo sulle falle del sistema di sicurezza portuale che ha coinvolto due lavoratori.
Sul tema della sicurezza sul lavoro occorre rimettersi al tavolo istituzionale per individuare le azioni ulteriori da mettere in campo per garantire la sicurezza in ambito portuale per evitare infortuni in un settore delicato attraversato da molteplici dinamiche.
Inoltre, per Cgil Cisl e Uil occorre superare il commissariamento dello scalo genovese e procedere subito con la nomina di un nuovo Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale che garantisca governo e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori del porto.
Cgil Cgil Uil esprimono solidarietà e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e ai colleghi portuali”.

“L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale esprime profondo cordoglio per la tragica scomparsa del lavoratore della Compagnia Unica (CULMV) avvenuta questa notte a causa di un incidente occorso durante il proprio turno di lavoro in ambito portuale. Al secondo lavoratore coinvolto nel sinistro e rimasto ferito giunga l’augurio di una pronta guarigione”.

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L’associazione “Il Rosso non è il Nero” di Savona esprime la propria piena solidarietà ed adesione allo sciopero indetto dai lavoratori del Porto di Genova e attualmente in corso: 

“Ancora una volta si muore per lavorare. Si tratta di un fatto inaccettabile in un quadro generale di indifferenza (salvo i reiterati appelli del Presidente della Repubblica), di intensificazione dello sfruttamento a tutti i livelli, di una condizione di arretramento dei diritti nel mondo del lavoro e in generale nel quadro sociale in Italia e fuori d’Italia.

Sarebbe necessaria una immediata inversione di rotta, ma senza la capacità dei lavoratori di mostrare la propria decisa opposizione sarà difficile arrivare a risultati concreti di modificazione dello stato di cose in atto: obiettivo per il quale la nostra Associazione continua a misurarsi con questa difficile realtà”.

Solidarietà anche da Simone D’Angelo, consigliere regionale Dem: “L’incidente di questa notte nel porto di Genova, in cui ha perso la vita un camallo di 52 anni e un suo collega è rimasto gravemente ferito, è l’ennesima tragedia a cui non vorremmo più assistere. Nei primi 10 mesi del 2024 sono stati 890 i morti sul lavoro di cui 16 in Liguria e le denunce di infortunio sono state oltre 400mila. Le istituzioni non possono permettersi di ritrovarsi a parlare di misure per la sicurezza dei lavoratori solo di fronte alle tragedie. Da tempo chiediamo interventi per una maggiore sicurezza sui posti di lavoro prevedendo formazione e incremento dei controlli. Il lavoro portuale è fortemente a rischio e le misure presenti oggi sono insufficienti. La Regione Liguria intervenga rafforzando il personale Psal e chieda al governo di applicare quelle misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori portuali. Ai familiari e a tutti i lavoratori della Compagni Unica la mia vicinanza”.

Ennesimo morto, ennesimo ferito grave, ennesimo incidente nel porto di Genova – dichiarano da Rifondazione Comunista -: 1.200 messaggi di indignazione per i 1.200 morti ogni anno sul lavoro, rischiano di “far abituare” alla notizia, rischiano di far sopire l’indignazione verso quelle vite spezzate, sacrificate sull’altare del profitto e dell’incuria. Le procedure di sicurezza devono reggere a qualsiasi distrazione: se non lo fanno, non sono tali e non possono essere usate come scusante, come tappeto sotto il quale nascondere turni e doppi turni, cottimi, precarietà e via dicendo.

Il lavoro portuale, si sa, insieme a quello edile è tra i più pericolosi: non per nulla già nel 1.800 si era ottenuto di farlo gestire in modo autonomo dai lavoratori del porto. Poi, oggi che siamo “moderni”, si sono deregolamentate e privatizzate le banchine, si è spezzettata la gestione del lavoro, si è tornato a turni e carichi di lavoro che ben poco hanno a che fare con la sicurezza.

Giusto lo sciopero dei portuali. Giusta la loro lotta per un lavoro garantito e sicuro. Siamo per introdurre la fattispecie penale per l’omicidio sul lavoro, “stimolo” per l’accrescimento e il rispetto delle procedure di sicurezza.

Rifondazione Comunista di Genova si stringe attorno alla famiglia e ai colleghi di lavoro di GB Macciò e dell’altro lavoratore rimasto ferito, al quale auguriamo una rapida guarigione”.

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“Siamo vicini alla famiglia della vittima e all’operaio ferito. E sosteniamo la protesta dei lavoratori del porto in sciopero”, dichiarano Selena Candia, capogruppo di Avs in consiglio regionale e Simona Cosso, segretaria Sinistra italiana Genova – Avs, dopo l’ennesimo incidente sul lavoro mortale a Genova.

“Ci sono sempre responsabilità precise, non esiste la casualità – continuano Candia e Cosso – Gli infortuni avvengono per l’orario di lavoro e i ritmi troppo intensi, per gli autisti i tempi di guida e la mancanza di riposo.  Le aziende richiedono sempre maggiore produttività anche a scapito della salute e della sicurezza.  Occorre invertire le priorità, il primo punto nell’organizzazione del lavoro in tutti i contesti, deve diventare la sicurezza non il profitto”.

“Non possiamo continuare a chiamarle “tragedie” e voltare pagina aggiunge il consigliere regionale Gianni Pastorino. Non possiamo più permettere che queste vite si spezzino nel silenzio, sotto il peso dell’indifferenza. Ogni morte sul lavoro non è solo una fatalità: è una ferita aperta per tutte e tutti noi.

Non è casuale che da tempo, insieme a tutta l’opposizione in Consiglio Regionale, chiediamo più personale per gli uffici UOPSAL (Unità operativa prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) delle Asl. Una richiesta fatta più e più volte negli anni alla quale ho sempre ricevuto risposte vaghe dall’Assessore alla Sanità. Sottolineo inoltre come nel Piano socio-sanitario regionale 2023 – 2025 non ci sia nulla sulla sicurezza sul lavoro nella nostra regione.

Il porto di Genova e qualsiasi altro posto di lavoro non possono e non devono essere un luogo dove la vita di chi lavora viene sacrificata sull’altare della produttività. Serve un cambio radicale: più controlli, più formazione, più investimenti in sicurezza. Basta trattare la sicurezza come un costo: è un diritto fondamentale, inviolabile”.

“Quando il Governo capirà che bisogna agire con forza per mettere la parola “fine” alle morti sul lavoro, sarà comunque troppo tardi. Che padri di famiglia e figli non facciano rientro a casa la sera perché la sicurezza è l’ultima preoccupazione di chi dovrebbe vigilare, è indegno di una società civile. Così come è indegno che i lavoratori non possano liberamente segnalare la mancanza di controlli e l’applicazione delle norme: quando lo fanno, nella maggior parte dei casi subiscono pressioni, vessazioni, mobbing fino alla perdita del posto con pretesti vergognosi. È ora di dire basta e come M5S ricordiamo che politicamente la colpa dell’ennesima tragedia in Liguria ricade su un sistema precario: per questo abbiamo più volte chiesto che gli organi competenti vigilassero sul rispetto puntuale del decreto legislativo n. 81 del 2008”.

“Oggi abbiamo assistito all’ennesimo omicidio sul lavoro. Per prevenire queste tragedie serve un impegno bipartisan: ricordo a questo proposito il Ddl del senatore M5S Luca Pirondini, con il quale si chiede di istituire una Procura nazionale del lavoro, ipotesi caldeggiata anche da illustri magistrati specializzati in materia di infortuni. Auspichiamo che su questi temi maggioranza e Governo aprano a un doveroso confronto”.

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Lo dichiara il capogruppo regionale del M5S Stefano Giordano, che poi aggiunge: “Chi denuncia non deve avere paura di ritorsioni. Chi denuncia deve essere tutelato e per questo chiedo che si apra un tavolo urgente con le Organizzazioni sindacali, che ringrazio per il prezioso lavoro svolto quotidianamente su tutti i luoghi di lavoro: insieme dobbiamo capire, con chi è sempre in prima linea, quale sia la portata delle criticità. Va inoltre tutelato il diritto allo sciopero, continuamente attaccato dal ministro Salvini: precettare non risolve i problemi. Precettare lede il diritto di chiedere migliori condizioni di lavoro, maggiore sicurezza e salari dignitosi. Diciamo al Ministro che i lavoratori vanno ascoltati e non precettati”.

“Purtroppo, registriamo oggi la sedicesima vittima in Liguria nel 2024: una situazione inaccettabile e per questo chiediamo di dare corso alla riforma sull’omicidio sul posto di lavoro. È una strage silente fatta di poca attenzione e di sottovalutazione del rischio: servono più garanzie verso i lavoratori, con la formazione, il rispetto e la dignità del lavoro”, chiosa il capogruppo comunale del M5S Fabio Ceraudo.

“Dolore. Sgomento. Rabbia. Sono i sentimenti che proviamo ogni volta che apprendiamo di un nuovo incidente mortale sul lavoro. L’ennesimo” dichiarano dal Partito Comunista Italiano.

“Ed è così anche oggi, perché un operaio di 52 anni è morto questa notte a seguito di un incidente avvenuto all’interno del terminal portuale PSA di Genova Pra’.

La vittima è deceduta a seguito di uno scontro tra due mezzi operativi; anche il conducente di uno di essi è rimasto ferito ed è attualmente ricoverato in gravi condizioni.

Lasciamo alle autorità competenti accertare cause e dinamiche.

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Noi vogliamo dedicare i nostri pensieri ad un operaio che esce di casa per andare a lavorare e che non farà più ritorno.

Al contempo, cresce in noi anche la rabbia, perché ancora una volta dobbiamo constatare che i tanti discorsi sulla sicurezza e la prevenzione rimangono puntualmente lettera morta. Una volta passato il clamore mediatico intorno ad una tragedia, tutto torna come prima, e i lavoratori continuano a morire, in un assordante – e complice – silenzio delle istituzioni, della politica e degli organi di informazione.

I freddi numeri dicono che nei primi dieci mesi del 2024 sono state ben 16 le vittime sul lavoro nella sola Liguria. A questi dati occorre aggiungere un lavoratore deceduto in un cantiere della A6 nel mese di novembre e l’operaio della CULMV di questa notte. Inaccettabile.

Per il Partito Comunista Italiano, la sicurezza sul lavoro è da sempre una delle tematiche alla base della propria attività politica. Sosteniamo tutte le rivendicazioni per un lavoro sicuro, dignitoso e adeguatamente retribuito, contro ogni speculazione e prevaricazione padronale.

Per questo siamo a disposizione delle lavoratrici e dei lavoratori che intendono denunciare situazioni di potenziale pericolo o di disagio sul posto di lavoro.

La Federazione ligure del Partito Comunista Italiano si stringe al dolore della famiglia dell’operaio deceduto questa notte, ed esprime totale solidarietà ai lavoratori della Compagnia Unica e a tutti i lavoratori portuali che hanno proclamato per oggi una giornata di sciopero in segno di lutto e di protesta”.

 

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