Intervista al Presidente del Cluster Big Matteo Elli

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Matteo Elli, il nuovo Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale dell’Economia del Mare- BIG

Qual è la sua visione per il futuro del Cluster Tecnologico Nazionale Economia del Mare? Quali saranno le priorità principali del suo mandato?

Il Cluster Tecnologico Nazionale Economia del Mare ad oggi ricopre un ruolo centrale rispetto alle tematiche della Blue Economy. Tale posizionamento è indiscutibilmente il frutto della grande attività e del lavoro svolto negli anni da parte dei Soci e dei precedenti mandati. Avere la possibilità ed il privilegio di immaginare una prospettiva futura ancor più rosea ci è permesso grazie a quanto è stato sviluppato sino ad oggi.

La visione futura è finalizzata a consolidare il ruolo del Cluster come attore  strategico per il posizionamento dell’Italia al centro delle dinamiche del mediterraneo e non solo. Questo significa guidare uno sviluppo sostenibile, innovativo e competitivo dell’economia del mare, facendo leva su ricerca avanzata, trasferimento tecnologico e una collaborazione sempre più stretta tra imprese, università e associazioni di categoria.

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Un pilastro fondamentale saranno le attività di internazionalizzazione, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione con i Paesi Sud Mediterraneo. Queste aree rappresentano partner strategici per creare sinergie in settori come il trasporto marittimo, la logistica, le energie rinnovabili marine e la tutela degli ecosistemi. Vogliamo promuovere un dialogo aperto e progetti condivisi, affinché il Mediterraneo diventi un modello di sviluppo sostenibile e innovativo.

Tra le priorità principali del mandato abbiamo identificato:

  • Incentivare il tech transfer in ambito Blue Economy a livello nazionale, con azioni concrete per trasformare la ricerca in applicazioni reali, a beneficio delle imprese e del territorio.
  • Presidiare il settore subsea, considerato un ambito centrale e strategico per la sicurezza energetica, le infrastrutture sottomarine e le nuove tecnologie marine.
  • Creare un ecosistema collaborativo che favorisca sinergie tra imprese, enti di ricerca e istituzioni, per accelerare lo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili.
  • Promuovere l’Italia come leader nella Blue Economy a livello internazionale, attraverso progetti che rafforzino la nostra posizione di hub del Mediterraneo e che favoriscano partnership strategiche con i Paesi del Sud Mediterraneo.
  • Supportare il presidio e la definizione di filiere made in italy di approvvigionamento e di sviluppo di tecnologie strategiche

Questo approccio ci consentirà non solo di valorizzare il nostro patrimonio marittimo, ma anche di costruire un futuro in cui il Mediterraneo sia un esempio globale di innovazione e sostenibilità.

Qual è, secondo lei, il ruolo dell’economia del mare nello sviluppo economico e strategico dell’Italia? E quale la direzione per favorirne lo sviluppo?

L’economia del mare rappresenta una leva fondamentale per lo sviluppo economico e strategico dell’Italia, non solo per il suo valore diretto in termini di PIL, ma anche per il suo impatto su settori chiave come la logistica, l’energia, il turismo, le comunicazioni e la pesca. L’Italia, con i suoi oltre 7.500 km di costa, è una piattaforma naturale per il Mediterraneo e deve capitalizzare questa sua posizione privilegiata in un contesto internazionale in rapido sviluppo.

Per favorire lo sviluppo dell’economia del mare, ritengo fondamentale:

  • Investire in infrastrutture portuali e digitali, rendendole più efficienti e sostenibili, pronte ad accogliere l’evoluzione delle dinamiche logistiche e delle rotte marittime del prossimo futuro.
  • Promuovere la transizione energetica nel settore marittimo, incentivando l’uso di energie rinnovabili e supportando l’evoluzione verso flotte a minor impatto ambientale.
  • Sostenere una politica industriale integrata, che metta al centro la ricerca e l’innovazione tecnologica, ma anche la formazione di competenze specializzate per il settore.

In che modo il Cluster può contribuire a valorizzare il potenziale dell’economia del mare italiana, sia a livello nazionale che internazionale?

Il Cluster può agire come catalizzatore, creando le condizioni per uno sviluppo coordinato e sostenibile. A livello nazionale, il nostro obiettivo è favorire l’incontro tra imprese, ricerca e istituzioni, per tradurre idee innovative in progetti concreti nonché supportare le istituzioni nell’identificare e definire normative, incentivi e politiche che sostengano l’evoluzione dell’ecosistema in maniera efficace e soprattutto efficiente. A livello internazionale, puntiamo a rafforzare il ruolo dell’Italia come hub mediterraneo, promuovendo partnership strategiche e progetti di cooperazione transnazionale.

In particolare, lavoreremo per:

  • Facilitare l’accesso ai fondi europei dedicati alla Blue Economy, aiutando le imprese italiane a inserirsi in progetti di grande scala.
  • Promuovere le nostre eccellenze nei settori come il subsea e le tecnologie marittime.
  • Valorizzare il know-how italiano in forum internazionali, posizionando l’Italia come leader nel Mediterraneo e oltre
  • Supportare le istituzioni nell’identificare e definire azioni specifiche relativamente ai settori della blue economy

Quale ruolo vede per le nuove tecnologie nel trasformare e potenziare il settore dell’economia del mare? Ci sono ambiti tecnologici che ritiene particolarmente promettenti per il futuro dell’Economia del Mare?

Le nuove tecnologie sono il cuore pulsante del futuro dell’economia del mare. Dalla robotica subacquea ai sistemi di monitoraggio avanzati basati sull’intelligenza artificiale, fino alle piattaforme digitali per la logistica marittima, le innovazioni stanno trasformando il settore.

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Tra gli ambiti più promettenti, vedo:

  • Subsea technologies e robotica marina, settore chiave e strategico nel breve periodo da presidiare e sviluppare in maniera rapida ed importante per far fronte alle sfide che stanno nascendo per la mappatura, il monitoraggio e la gestione delle infrastrutture sottomarine, cruciali per la sicurezza e la resilienza delle reti energetiche e di comunicazione, nonché per sfruttare in modo sostenibile le risorse sottomarine
  • la digitalizzazione e l’automazione, che avranno un ruolo cruciale nel migliorare l’efficienza, ridurre i costi e aumentare la sostenibilità delle attività marittime
  • Intelligenza artificiale e machine learning, per l’ottimizzazione della logistica portuale e dei trasporti marittimi.
  • Tecnologie per il monitoraggio ambientale, per preservare la biodiversità e garantire la sostenibilità delle risorse marine.

Questi settori non solo rappresentano opportunità di crescita economica, ma permettono anche di rafforzare il ruolo dell’Italia come leader nell’innovazione blu a livello internazionale.

Quali sono, secondo lei, le principali sfide che il settore dell’economia del mare dovrà affrontare nei prossimi anni e quali opportunità vede per il cluster italiano in un contesto internazionale?

Le principali sfide per il settore dell’economia del mare nei prossimi anni includono:

  • Cambiamenti climatici, che minacciano gli ecosistemi marini e le attività economiche ad essi legate.
  • Utilizzo sostenibile delle risorse marine, con un equilibrio sempre più complesso tra sviluppo economico e tutela ambientale.
  • Competizione globale, che richiede investimenti costanti in innovazione per mantenere un vantaggio competitivo nonché investimenti logistici e sull’infrastruttura portuale per mantenere l’Italia al centro del Mediterraneo. Prospettati investimenti nel Mediterraneo in altri paesi rispetto ad infrastrutture in grado di ospitare imbarcazioni attive in ambito transoceanico, rischiano di minare in maniera importante il ruolo centrale del nostro paese
  • Mancanza di competenze specializzate, un ostacolo che deve essere affrontato attraverso formazione e programmi di upskilling.

Nonostante queste sfide, il contesto internazionale offre opportunità uniche per il cluster italiano, come:

  • Rafforzare il nostro ruolo nel Mediterraneo, grazie alla posizione geografica strategica dell’Italia.
  • Diventare un punto di riferimento per le tecnologie subsea, sfruttando le eccellenze italiane nel campo dell’ingegneria e della ricerca marina.
  • Collaborare con altri Paesi per sviluppare soluzioni condivise a problemi globali, come la protezione della biodiversità marina.

Il Cluster BIG può essere un protagonista di questo cambiamento, implementando un ecosistema che unisca ricerca, imprese e istituzioni in un progetto comune di crescita sostenibile e innovativa per l’Italia e il mondo”.

Cluster Tecnologico Nazionale dell’Economia del Mare BIG

Il Cluster BIG è l’unico Cluster Tecnologico Nazionale dell’Economia del Mare italiano, istituito e riconosciuto dal Ministero della Università e della Ricerca per rafforzare il collegamento tra mondo della Ricerca e quello delle Imprese, tra Università e Industrie, tra pubblico e privato.

Vanta più di 90 soci tra Università, Centri di Ricerca, Distretti Regionali, Grandi Imprese, PMI, consorzi e reti di impresa, Associazioni di categoria e Istituzioni territoriali e nazionali.

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Fonte: #ClusterTecnologicoNazionaleEconomiadelMare-BIG



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