Catania, la banda dell’SH e il business delle richieste di riscatto: come funziona l’odioso metodo del “cavallo di ritorno”

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Le trattative al rialzo con i proprietari, la regola dei tre giorni: le intercettazioni svelano gli affari del gruppo criminale

Si andava sempre al rialzo, sapendo che poi nella fase della trattativa la cifra sarebbe probabilmente scesa. Era un po’ questa la strategia di marketing della banda di topi di moto (prediligevano le Honda Sh) e auto con base logistica in una stalla di Picanello sgominata ieri mattina dai carabinieri con l’operazione Villa Glori. A finire in carcere sono stati Rosario Buzzanca, 25 anni, Francesco Spinella, 24 anni, Angelo Di Stefano, 63 anni, Federico Morabito, 21 anni, Sebastiano Sanfilippo, 32 anni, Giuseppe Tringale, 54 anni. I due più anziani: Di Stefano (anche Mignagno) e Tringali hanno già condanne per mafia, precisamente al clanSantapaola-Ercolano. Il loro nome figurò nel maxi blitz Fiori Bianchi del 2013, frutto delle rivelazioni del superpentito Santo La Causa. Il “core business” del gruppo criminale era il pizzo per la restituzione del mezzo rubato, il cosiddetto “cavallo di ritorno”. Gli indagati avevano disponibilità di armi – nelle 64 pagine dell’ordinanza del gip Luigi Barone si parla addirittura di un kalashnikov. Inoltre 12 degli indagati – in totale sono 35 – sarebbero coinvolti nello spaccio di “erba”, hashish e droghe sintetiche.

La stalla di cavalli ubicata in una traversa di piazza Villa Glori – da qui il nome dell’inchiesta – era una sorta di quartier generale della gang dove pianificavano le azioni criminali e e il prezzo delle estorsioni. Gli indagati avevano a disposizioni una strumentazione avanzata per poter eludere le centraline elettroniche e quindi rubare i mezzi a due e quattro ruote. Nella stalla nel corso di una perquisizione i carabinieri hanno trovato una pistola calibro 7,65, il calciolo di un fucile, munizioni e 15 stecche di marijuana.

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Le intercettazioni

Il cuore delle indagini, condotte dal nucleo operativo della Compagnia di Piazza Dante da ottobre 2022 ad aprile 2023 con il coordinamento della procura, sono state le intercettazioni. Dalle quali sono emersi i tariffari (dalle 500 ai 1.500 euro) dei “cavalli di ritorno” che variavano in base al modello e al valore di mercato della vettura o della motocicletta.

Gli investigatori sono riusciti anche a decriptare il linguaggio in codice usato nel tentativo di depistare chi fosse all’ascolto. Il primo caso che finisce in mano ai carabinieri è il furto di una Honda Sh avvenuto due anni fa in via Gradisca. Spinella, Di Stefano e Morabito senza mezzi termini affermano: «…allora ci possono stare quattro lire!?…è giusto, zio! …gli devi dire che scende 500 euro!». La moto è messa nel deposito di via Annino, lontana da occhi indiscreti. Scatta la regola dei tre giorni, passati i quali se nessuno paga per la restituzione lo scooter viene smontato e i pezzi di ricambio rivenduti ai ricettatori. Non è questo però il caso. Di Stefano sarebbe riuscito ad agganciare il titolare della moto (che il gip, evidenzia nelle carte giudiziarie, ritiene deve essere sentita come le altre vittime di furto) e lo incontra nel chiosco di piazza Villa Glosi. Si arriva a ribassare il prezzo: «”macari” trecento euro!». Il proprietario inoltre godrebbe di qualche conoscenza importante nella criminalità locale: «ora sono arrivati tutti quelli col “mussuunghiatu”, mi stai capendo? …». Ma la trattativa si ferma a 300 euro («O niente!). Pare che la mediazione sia andata a buon fine, ma per 250 euro. L’Honda Sh è recuperata, chissà come, dai carabinieri.

Nel corso delle indagini sono stati arrestate otto persone. Inoltre i militari di Piazza Dante hanno sequestrato 3 pistole, un fucile, 20 chili di marijuana, 1,6 kg di hashish, 25 grammi di ketamina, 25 grammi di Mdma, 19 pasticche di ecstasy e 5.000 euro in contanti.

Il gip Luigi Barone ha ritenuto idonea la misura dell’obbligo di dimora per gli indagati Fulvio Amante, 21 anni (coinvolto nella rapina del Rolex al ginecologo Falcidia ndr), Santo La Martina, 38 anni, Orazio Leonardi, 46 anni, Ernesto Carmelo Nicolosi, 38 anni, Carmelo Enrico Privitera, 29 anni, Alessio Scuderi, 23 anni. Il giudice si è riservato di decidere all’esito dell’interrogatorio per Giuseppe Renato Boccuni, Giuseppe Licciardello, Salvatore Vinciguerra, Mariano Emanuele Zingherino. Indagati che si sarebbero occupati prevalentemente di spaccio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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