Banche italiane: strategie per la GenAI entro il 2025

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Indagine Deloitte e ABI Lab: l’88% delle banche italiane avrà una strategia per la Generative AI entro il 2025. E nel 38% dei casi è già operativa

La maggioranza delle banche italiane (l’88%) avrà una strategia per la Generative AI entro il 2025 (nel 38% dei casi già operativa). Inoltre, per l’80% degli istituti di credito nazionali, le iniziative di GenAI sono parte integrante di una più ampia strategia per lo sviluppo della AI.

Queste alcune delle principali evidenze emerse dall’indagine condotta da ABI Lab con il supporto metodologico di Deloitte nell’ambito dell’Osservatorio Fintech Innovation e presentato in occasione dell’evento Sperimenta e innoverAI! Dalla visione alla realtà tra contaminazione e nuove tecnologie, svoltosi presso il Centro Congressi Bezzi a Milano, con l’obiettivo di approfondire il livello di adozione della Generative AI nel settore Banking. La ricerca è stata condotta su un campione di 16 istituti di credito nazionali, che rappresentano il 76% dell’attivo a livello nazionale e il 79% del numero di dipendenti.

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«Negli ultimi anni, l’innovazione e le evoluzioni tecnologiche hanno permesso di affrontare sfide sempre più complesse. In questo momento, la Generative AI rappresenta un ulteriore cambio di paradigma che apre a nuove opportunità. Dalla iper-personalizzazione dei servizi fino al miglioramento dell’efficienza operativa dei sistemi informativi, il potenziale di applicazione è molto vasto e, in gran parte, ancora inesplorato. Ma per poter cogliere realmente questi vantaggi in termini di business, non basta solo implementare strumenti tecnologici avanzati, perché diventa necessario ripensare all’organizzazione aziendale e al miglioramento dell’offerta verso i propri clienti attuali e futuri, integrare competenze digitali e abilitare i propri collaboratori ad interagire con queste nuove tecnologie», ha commentato Paolo Gianturco, Financial Services Tech Leader di Deloitte Central Mediterranean.

La GenAI nelle banche italiane: quasi 7 su 10 stanno sperimentando

6 banche italiane su 10 dichiarano progetti di AI in produzione, mentre il 69% degli istituti finanziari segnala di essere attualmente in una fase di sperimentazione dei progetti GenAI.

Budget

Budget dedicati: l’82% prevede di aumentare gli investimenti in AI

Per il 69% delle banche italiane il budget GenAI è parte del budget complessivo di AI, ottimizzando le risorse e favorendo sinergie tra progetti, mentre solo il 13% delle realtà italiane ha dedicato un budget specifico per l’intelligenza artificiale generativa. Il trend di investimenti per iniziative legate all’intelligenza artificiale è in crescita: l’82% delle banche prevede un budget in aumento per le progettualità legate all’AI, il 38% in modo significativo (cioè oltre il 10%), e il 44% in modo moderato, quindi fino ad un massimo del 10% degli investimenti. Questo andamento si riscontra anche se si analizza più strettamente la sola GenAI, dove circa l’88% degli istituti di credito indica un incremento significativo o moderato degli investimenti previsti nei prossimi anni. Tra i fattori principalmente considerati nel valutare un investimento in GenAI, l’80% delle banche considera i ricavi e benefici attesi, il 67% i costi e investimenti necessari, e sempre il 67% dei rispondenti i rischi e la compliance.

Un dato interessante riguarda poi le aspettative dei player bancari su ritorno dell’investimento dei progetti dedicati alla GenAI: il 75% non indica un periodo di ROI preciso, mentre il 13% risponde “da 6 mesi a meno di 1 anno”.

Risorse e competenze disponibili, tempi di sviluppo e impostazione strategica aziendale sono i tre fattori che le banche indicano come principali nella scelta tra una logica “make” (costruire internamente i propri sistemi di GenAI) oppure “buy” (acquistare dall’esterno). Infatti, nella realizzazione di soluzioni, la strategia make è utilizzata prevalentemente per le attività di studio e progettazione, risk management, audit e assurance (indicate da oltre il 40% delle banche), mentre la formazione, l’implementazione architetturale, la manutenzione e lo sviluppo seguono principalmente logiche di esternalizzazione. Il 54% delle banche ha in corso partnership attive con aziende ICT/BigTech per lo sviluppo di iniziative di GenAI, mentre le sinergie future saranno realizzate principalmente con software Vendor e fintech/start up, indicate rispettivamente al 55% e 45% dei casi.

Presidio e nuovi modelli organizzativi: l’81% presidia le tematiche legate all’AI

L’81% delle banche afferma di presidiare le tematiche legate all’AI. E nel 77% dei casi la GenAI è seguita dalle stesse strutture aziendali che trattano temi di AI o di Innovazione, mentre il 23% dichiara di aver creato un presidio ad hoc dedicato alla GenAI. In media 4 dipendenti bancari ogni 1000 sono coinvolti in iniziative di AI e GenAI, e circa tre quarti delle banche prevede per i prossimi due anni un incremento degli FTE (full-time equivalent) interni che saranno dedicate a tali attività.

Oltre il 57% delle banche dichiara uno skill gap moderato o alto in aree relative a Ethics, Solution Testing&Deployment e Data Science/Prompt Engineering. Il 75% delle banche ha già attuato o ha in programma di realizzare azioni culturali e di change management in risposta alle nuove progettualità di GenAI. Tra le iniziative ritenute più rilevanti, ci sono la formazione su tematiche di GenAI (50%), la revisione e l’adattamento dei processi aziendali (50%) e l’introduzione di nuove figure professionali (40%). La promozione di piani di formazione rappresenta un aspetto rilevante per lo sviluppo di iniziative di GenAI. E tra le principali attività formative attualmente realizzate ci sono: corsi rivolti ai dipendenti sull’uso della GenAI (44%), formazioni su temi di GenAI awareness (33%) e formazione di team di sviluppo per creare nuove soluzioni (33%). Inoltre, in futuro saranno predisposti percorsi dedicati allo sviluppo di nuovi ruoli o alternativi all’interno dell’organizzazione (56%).

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Banche e conformità all’AI Act

Il 70% delle banche ha definito o prevede di definire processi, metodologie e strumenti per garantire l’etica e la conformità all’AI Act entro il 2025. Monitorare i requisiti normativi e garantire la conformità (79%), promuovere un approccio di AI Governance by Design fin dalla fase di progettazione (71%) e garantire la supervisione umana nel processo di validazione dei contenuti della GenAI (57%) sono le pratiche più ricorrenti adottate dalle banche per gestire attivamente i rischi legati all’implementazione della GenAI. Per rispondere a tale esigenza, inoltre, si rileva dall’indagine come la metà delle banche rispondenti ha definito un Framework di governance per l’uso di strumenti e applicazioni di GenAI. Infatti, le disposizioni previste dall’AI Act rappresentano il principale riferimento normativo che le Banche in Europa devono considerare per assicurare il corretto sviluppo delle implementazioni di GenAI. E il recepimento di questi requisiti comporta interventi su tutto il Modello Operativo (strumenti, processi e procedure) in modo da garantire la conformità all’intero impianto normativo.

Ambiti di applicazione: la GenAI per l’efficientamento interno

Le iniziative a supporto dell’utente interno risultano prevalentemente in fase pilota e riguardano principalmente il supporto ai canali assistiti e supporto al business, mentre le progettualità con coinvolgimento del cliente finale in questi ambiti sono principalmente in fase di studio.

In sintesi

  • Il 69% delle realtà indica di essere in uno stadio di sperimentazione per le iniziative di GenAI.
  • L’82% delle banche prevede di incrementare il budget per le progettualità legate all’AI.
  • Il 70% delle banche ha definito o prevede di definire processi, metodologie e strumenti per garantire l’etica e la conformità all’AI Act entro il 2025.
  • Il 75% delle banche ha già attuato o ha in programma di realizzare azioni culturali e di change management. Tra le iniziative ritenute più rilevanti, ci sono la formazione su tematiche di GenAI, la revisione e l’adattamento dei processi aziendali e l’introduzione di nuove figure professionali.



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