Stellantis, previsioni di crescita non prima del 2026. Presentato piano di ripartenza. Gigafactory Termoli resta punto critico

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Il presidente della Giunta Regionale del Molise, Francesco Roberti, e l’assessore alle Attività Produttive, Andrea Di Lucente, hanno partecipato, a Roma, al tavolo sulla vertenza Stellantis, convocato dal Ministro Adolfo Urso, con cui Roberti aveva già avuto modo di confrontarsi qualche giorno fa, così come lo stesso presidente, sabato scorso, aveva avuto modo di interfacciarsi in call conference con Jean-Philippe Imparato (responsabile di Stellantis per l’Europa), il quale già in quell’occasione, conoscitiva tra le parti, aveva assicurato l’impegno per Termoli, attendendo nuovi sviluppi da parte di ACC relativamente alla produzione da sviluppare.
Al tavolo, col ministro Urso, anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la ministra del Lavoro Marina Calderone, il responsabile di Stellantis per l’Europa Jean-Philippe Imparato, aziende, sindacati, presidenti di Regione, associazioni di categoria.
Stellantis ha ribadito la centralità dell’Italia, mantenendo in attività tutti i siti nel Paese e confermando gli investimenti che Stellantis effettuerà in Italia: per il 2025 sono previsti circa 2 miliardi di euro di investimenti negli stabilimenti e 6 miliardi di euro nello stesso periodo in acquisti da fornitori operanti in Italia.

Come già anticipato lo scorso mese di ottobre, nel corso del primo semestre del 2025, ACC diramerà il piano industriale per lo sviluppo del prototipo di batterie per grandi modelli di auto; nel frattempo, in questa fase di transizione, Stellantis continuerà, fino al 2026, a produrre i motori endotermici.
Riguardo Termoli e la Gigafactory di ACC, infatti, Stellantis ha ribadito il suo impegno nel sostegno finanziario della joint venture, che comunicherà il suo piano nel 2025 e che resta aperta a studiare la realizzazione della Gigafactory in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese.
“Stellantis ha ribadito la volontà di continuare a investire negli stabilimenti italiani e il Governo di supportare il settore dell’automotive. A Termoli, dove proseguirà la produzione dei motori endotermici fino al 2026, attendiamo i prossimi mesi, quando sarà presentato il nuovo piano industriale, finalizzato alla continuità della produzione industriale. Noi continueremo a tenere alta l’attenzione sia nei confronti del Governo, col quale c’è grande apertura e sintonia, sia rispetto a Stellantis, perché questo percorso teso a preservare il settore dell’automotive è indispensabile per il tessuto economico, produttivo e in termini di posti di lavoro. Per questo motivo continueremo a monitorare quanto dichiarato da Stellantis e, altresì, col Ministro Urso ci siamo riaggiornati, nelle prossime settimane, sulla convocazione di un tavolo relativo ad ACC”, ha affermato Roberti.
“Inoltre, dopo la call conference con Jean-Philippe Imparato – ha concluso il governatore – si è instaurato un rapporto differente rispetto al passato, improntato sul confronto, di apertura e di maggiori garanzie per tutto l’indotto”.

De Palma-Lodi (Fiom): “La nostra iniziativa di mobilitazione continuerà per gli investimenti e il lavoro”
“Oggi al tavolo Stellantis presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy abbiamo rivendicato dopo gli scioperi delle scorse settimane e le dimissioni dell’amministratore delegato un cambiamento concreto. Cambiamento per noi è misurabile solo abbattendo la cassa integrazione e aumentando il lavoro con missioni produttive per tutti gli impianti e la ricerca e sviluppo.
Il responsabile dell’Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, ha ribadito la centralità dell’Italia, anche se conferma le nostre preoccupazioni sul fatto che il 2025 sarà un anno molto duro in termini di utilizzo degli ammortizzatori sociali. I volumi produttivi saranno analoghi a quelli di quest’anno. Una previsione di crescita sarà ipotizzabile non prima del 2026. La centralità dell’Italia deve essere un fatto concreto: investimenti in ricerca, sviluppo e missioni produttive per tutti gli impianti e le aziende dell’indotto. La decisione del Governo con la conferma del taglio al fondo automotive è inaccettabile. C’è bisogno di un fondo straordinario per mettere a disposizione della filiera automotive, risorse molto importanti fin dal 2025.

Tra le principali novità è stata annunciata l’assegnazione della piattaforma Small a Pomigliano da cui potranno scaturire due nuovi modelli e una nuova versione della “Pandina”. Su Melfi, oltre a quanto già annunciato, verranno introdotte le versioni ibride per DS7 e Gamma. Su Cassino possibili versioni ibride di Giulia e Stelvio oltre ad un possibile nuovo modello di alta gamma dal 2027. Ad Atessa sarà avviata una produzione di elettrico da fine 2024 e dal 2027 una nuova versione di Largo Van. Su Mirafiori, invece, l’introduzione già annunciata della 500 ibrida da fine 2025 e la nuova gamma della 500 dal 2030 non sono rassicuranti. Non ci saranno le condizioni di una saturazione per l’intero stabilimento.
In pochi giorni dalle dimissioni dell’amministratore delegato era impensabile avere un vero piano industriale. Oggi è stato presentato un piano di ripartenza che però nel 2025 dovrà affrontare il tema della continuità dell’occupazione in particolare nell’indotto ma è necessaria l’integrazione salariale della cassa per i lavoratori. Sul piano industriale ci sono punti critici importanti: l’autonomia dei brand italiani a partire dal futuro di Maserati e la Gigafactory di Termoli. Ed inoltre i tempi per Cassino e Melfi nonostante l’ibridizzazione peseranno sui lavoratori.

Per la Fiom-Cgil quello di oggi è un primo confronto di ripartenza. Avremo un periodo non particolarmente semplice nei prossimi anni, è necessario ricostruire rapporti di lealtà e fiducia con le lavoratrici e i lavoratori. Se siamo consapevoli del momento di difficoltà servono le risorse necessarie da parte del Governo. La nostra mobilitazione continuerà verso il governo e l’Unione europea, che dovrà prevedere un pacchetto straordinario di risorse per garantire i livelli occupazionali, la produzione e la rigenerazione dell’occupazione. È ora che a Palazzo Chigi siano convocate imprese e sindacati”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità

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