È stato pubblicato oggi il nuovo Rapporto Pendolaria 2025, l’annuale studio di Legambiente che fa il punto sul trasporto pubblico in Italia. Il rapporto analizza le risorse, le infrastrutture e propone soluzioni per migliorare un settore cruciale per la vita quotidiana dei cittadini. Al centro dell’analisi vi sono i finanziamenti per il trasporto pubblico, con un focus sulla Liguria, dove emergono criticità e qualche progresso.
Uno dei temi centrali del rapporto è il fondo nazionale per i trasporti, che nella legge di Bilancio 2025 prevede un incremento di 120 milioni di euro. Tuttavia, questi finanziamenti restano insufficienti rispetto alle esigenze: dal 2009 i fondi per il trasporto su ferro e gomma sono scesi da 6,2 miliardi a 5,2 miliardi nel 2024. Inoltre, oltre l’87% degli stanziamenti infrastrutturali fino al 2038 sarà destinato alla costruzione del Ponte sullo Stretto, lasciando irrisolti problemi cronici come linee chiuse o sospese da oltre dieci anni.
Nonostante questo scenario complesso, il numero di viaggiatori sui treni regionali ha registrato un lieve aumento nel 2023, con 2,471 milioni di passeggeri al giorno, in crescita rispetto al 2020, ma ancora sotto i livelli pre-pandemici del 2019. In Liguria, il 2023 ha visto oltre 125.000 viaggiatori al giorno, un dato leggermente inferiore al 2019 ma superiore a quello del 2009.
Sul fronte dei treni, in Liguria si registrano alcuni dati positivi: l’età media dei convogli è di 10,6 anni, con solo il 9% dei treni in circolazione che ha più di 15 anni. Questo risultato è dovuto all’operato di Trenitalia, unico gestore della rete ligure, e all’elevata redditività della linea delle Cinque Terre.
Ma se da un lato ci sono segnali positivi, dall’altro emergono forti criticità. Il presidente di Legambiente Liguria, Stefano Bigliazzi, ha evidenziato come la regione sia stata colpita da sei eventi meteorologici estremi negli ultimi cinque anni, che hanno messo a dura prova il sistema di trasporti e il territorio. “Preoccupa molto la continua crescita degli eventi meteo estremi degli ultimi cinque anni, con ben sei eventi nella sola Genova, che hanno comportato danni alla mobilità pubblica, al territorio, mettendo a rischio la popolazione”, afferma Bigliazzi.
Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, resta critica la situazione della tratta Savona-Ventimiglia, ancora a binario unico nonostante sia un’importante linea di collegamento con la Francia. Il report evidenzia anche la necessità di quadruplicare la linea Voltri-Pietra Ligure, potenziare i collegamenti con Milano e Torino, ripristinare i treni serali, in particolare tra Savona e Genova, e completare la linea Pontremolese per migliorare i collegamenti tra Liguria ed Emilia.
I problemi più gravi riguardano il trasporto urbano: “Genova vanta due poco invidiabili record: è la città europea con la linea metropolitana più corta (7,1 km) ed è una delle sole due città europee sopra i 500.000 abitanti a non avere una linea tranviaria (l’altra è Vilnius in Lituania)”, spiega Bigliazzi. A peggiorare la situazione, secondo il presidente di Legambiente Liguria, sono i progetti inadeguati per migliorare la mobilità cittadina, come lo SkyMetro, un sistema di metropolitana a cielo aperto lungo 6,7 km, per il quale sono già stati stanziati 400 milioni di euro, con costi che potrebbero salire ulteriormente. Bigliazzi sottolinea: “Sostituire gli autobus con i filobus è un miglioramento ambientale, ma diventa un errore se i percorsi sono quelli sui quali sarebbe possibile fare una tranvia per ottenere un servizio migliore”.
Il confronto con altre città italiane evidenzia la disparità: Padova sta costruendo 24,6 km di tram con un investimento simile a quello previsto per lo SkyMetro genovese, mentre Milano con 500 milioni costruisce 35,9 km di tram. Bigliazzi osserva che la complessità morfologica di Genova rende alcuni progetti molto più difficili e costosi, ma ribadisce che “questo sarebbe un buon motivo per non farli, non per spendere di più”.
Anche sul fronte delle piste ciclabili, l’amministrazione comunale ha iniziato a fare passi avanti, sebbene con qualche difficoltà, integrando piste ciclabili, ciclopedonali e corsie ciclabili nei progetti urbani.
Infine, preoccupano gli effetti del nuovo codice della strada proposto dal ministro Salvini, che potrebbe rendere più difficili le misure di sicurezza stradale. “D’ora in poi sarà tutto più difficile – conclude Bigliazzi – sarà più difficile fare strade a 30 km/h, sarà difficile costringere gli automobilisti a rispettare i limiti di velocità e quindi le nostre strade saranno sempre più pericolose”.
C.O.
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