Nella classifica nazionale sull’indagine annuale del Sole 24ore sulla qualità della vita delle province italiane, Pesaro e Urbino perde 13 posizioni rispetto l’anno precedente piazzandosi al 38° posto. Il declassamento non ci sorprende perché quest’anno nell’indicatore di benessere “Ambiente e servizi” è stato inserito il dato: “Posti-km offerti dal tpl (trasporto pubblico)”. In questa classifica Pesaro e Urbino è nelle ultime posizioni, alla 97^ su 107 province, con 623 posti/km. Per confronto: i migliori vantano oltre 10.000 posti/km ma province apparentemente sperdute ed arretrate come Agrigento, Enna o Potenza viaggiano comunque a cavallo dei 1000 posti/km, quasi il 100% più di noi. Reggio Calabria e Benevento fanno il triplo di noi, Cosenza e Catanzaro quasi il quintuplo. Se si analizzano le classifiche generali degli anni precedenti si può notare che le migliori prestazioni di Pesaro e Urbino sono state negli anni 2020 piazzandosi alla 18^ posizione e negli anni 2022, 2023 occupando 25^posizione. In questi anni però l’indicatore trasporto pubblico stranamente non era considerato. Infatti anche nell’ anno 2021 nella classifica generale siamo alla 56^ posizione perchè l’indicatore di trasporto pubblico è presente con la 99^ posizione. Riassumendo: ciò che determina il successo nella classifica della qualità della vita della provincia di Pesaro e Urbino è l’assenza dell’indicatore trasporto pubblico perché ha performance così risibili da vanificare da solo tutto il punteggio.
Il dato 623 posti/km offerti sul territorio rispetto ad una media nazionale di oltre 4000 posti/km (Ancona 3726, Ascoli 2570, Macerata 2088, Fermo 902) crea veramente imbarazzo e vergogna. Non serve confrontarsi con nazioni nordiche, regioni a statuto speciale o grandi centri urbani. Siamo pietosi persino rispetto a province semi rurali con centri molto più piccoli. La sola affannosa costruzione di piste ciclabili non accompagnata minimamente dall’aumento dell’offerta dei posti disponibili nel trasporto pubblico ha obbligato la cittadinanza all’uso dell’automezzo privato con le conseguenti congestioni stradali e l’inevitabile incidentalità, ha determinato l’aumento della necessità di parcheggi nelle città e ha alzato il livello di inquinamento mettendo a rischio la salute delle persone.
Volendo approfondire, inoltre, si nota che questo scandaloso piazzamento poggia su pochi nuclei che dispongono del privilegio di avere un TPL, come le tratte Pesaro-Urbino, Pesaro-Fano, Fano-Urbino (peraltro assente nei festivi) e una manciata di linee urbane a Pesaro e Fano, lasciando i paesi del resto della provincia lontano da queste direttrici abbandonati a sé stessi, solo qualche corsa negli orari scolastici. Eppure sono questi i territori che hanno bisogno di più collegamenti perché sono più distanti dalla rete dei servizi presenti nelle città.
È esperienza consolidata di quasi tutti i cittadini della provincia l’accompagnare qualcuno alla stazione di Pesaro, di Fossato di Vico, di Fano o al lavoro di domenica. Tutti lo fanno e persino con buona frequenza e lo considerano normale. Ma normale non lo è: per le città poste anche solo a 50 km da noi la normalità è disporre di servizi di trasporto e bramarne il miglioramento e l’estensione. Siamo un buco nero per il TPL ed è ora di rendersene conto attivamente invece di fare terrorismo su qualsiasi iniziativa che possa incrementarne la rete (si ricordino i criminosi e deliranti progetti sulla Fano Urbino e l’Adriatica).
Purtroppo è ancora una volta certificata la cattiva organizzazione del sistema di mobilità che “organizzata” solo con autobus non può essere sufficiente alle esigenze della comunità. Prima della seconda guerra mondiale sicuramente i posti/km offerti erano molti di più perché sul territorio erano presenti treni su linee ferroviarie interne che si aggiungevano alla ferrovia adriatica. Siamo all’anno zero, come una provincia sperduta del terzo mondo però abbiamo grandi possibilità di crescita: la ferrovia Fano-Urbino è ancora presente perché non trasformata in pista ciclabile!
Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro
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