Accordo Ue-Mercosur, il via libera da Bruxelles accende le proteste: “Danni ad ambiente e a produzione europea”

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L’annuncio da parte della presidente della Commissione, Von der Leyen, di aver trovato un’intesa per l’accordo Ue-Mercosur ha scatenato le proteste e le reazioni contrarie. Di cosa si tratta e perché è un passo indietro per agricoltori e ambientalisti

 

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L’annuncio da parte della presidente della Commissione, Von der Leyen, di aver trovato un’intesa per l’accordo Ue-Mercosur ha scatenato le proteste e le reazioni contrarie. L’accordo di cui si discute da quasi dieci anni, e che ha visto diversi dietrofront dell’Italia, infatti, prevede l’abbattimento dei dazi su una serie di categorie merceologiche, soprattutto i manufatturiero per quanto riguarda export da Ue ad America Latina, e prodotti agricoli e bestiame per quanto riguarda l’export da America Latina a Ue.

Slow Food: accordo che danneggia lavoratori, consumatori e ambiente

Prevedibile l’opposizione delle associazioni agricole, che in Spagna sono già scese in strada con i trattori per protestare. Secondo Slow Food, che ha aderito all’appello ‘Stop Eu-Mercosur Now’ come 400 associazioni a livello internazionale, l’accordo “rischia di spalancare le porte europee ad alimenti che non rispettano gli standard in vigore in ambito comunitario e di danneggiare lavoratori, consumatori e ambiente. Un esempio è la carne bovina – spiega Slow Food : dal Mercosur, ne entreranno nell’Ue 99mila tonnellate (di cui il 55% fresca e il 45% congelata) con dazi doganali del 7,5%. Le istituzioni europee tentano di essere rassicuranti, spiegando che il volume rappresenta l’1,6% della produzione totale di carne bovina europea, ma i dubbi sulla bontà di un’operazione di questo genere rimangono”.

Il veterinario: “Antibiotici e ormoni somministrati al bestiame”

Secondo il veterinario Sergio Capaldo, presidente del consorzio di allevatori La Granda, tra i produttori del Presidio Slow Food della razza bovina piemontese: “in molti Paesi del Mercosur antibiotici e ormoni della crescita somministrati al bestiame sono consentiti o regolamentati in maniera più blanda rispetto all’Europa”. Secondo Slow Food “già oggi sono in vigore due pesi e due misure: senza le cosiddette clausole specchio, da mesi richieste a gran voce da Slow Food e da altre associazioni della società civile, in Brasile si continuano a somministrare agli animali sostanze che alle nostre latitudini sono da tempo proibite” Slow Food fa notare, anche, che “l’accordo non prevede soltanto l’importazione in Europa di carni bovine, ma anche di pollame (180mila tonnellate che entreranno senza l’applicazione di dazi), miele (45mila tonnellate, con quello proveniente dal Mercosur che soddisfa quasi il 10% della richiesta interna dell’Ue), riso (60mila tonnellate duty-free, il 2% di quello consumato a livello comunitario)”.

Di Sisto (FairWatch): Accordo tomba del green deal

Secondo Monica Di Sisto, vicepresidente di FairWatch, Ong italiana di economia solidale e portavoce della campagna Stop Ttip/Ceta Italia, “L’accordo è la tomba del green deal. Tutto quello che propongono di accelerare non si basa su alcuna valutazione dell’impatto economico e sociale che lasci pensare che si tratti di un affare per l’Europa. Quello che dovremmo esportare di più è il manufatturiero. Ma per esempio, nel tessile, sono già da tempo i semilavorati ad arrivare dal Brasile a qui, e in condizioni note. Altro settore che dovrebbe portarci vantaggi è quello dei macchinari, soprattutto l’automotive.

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Per l’automotive una spinta in più alla delocalizzazione

Ma attenzione, le macchine per fare macchine potranno godere dei vantaggi da subito, per cui in un periodo in cui le case automobilistiche già lasciano il paese, è come se si spalancasse ancora di più la porta alla delocalizzazione degli stabilimenti. Per le automobili invece, l’abbattimento dei dazi sulle auto europee prevede un percorso graduale di almeno 15 anni.

Pesticidi vietati

Poi c’è la chimica, l’accordo Mercosur permetterà ai paesi europei di esportare anche pesticidi vietati da decenni in Europa perché tossici per le persone”. In paesi come il Brasile, per esempio, il glifosato è ancora permesso, e viene spruzzato ancora con gli aerei. Con il Mercosur, i controlli per la sicurezza sanitaria in uscita passeranno da controlli sul singolo collo a controlli a campione. Insomma, tra la teoria e la pratica degli stessi limiti di residui potrebbe esserci una bella differenza”.

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La deforestazione

E poi c’è il capitolo bestiame, che secondo Di Sisto è una questione che riguarda tutto il mondo, perché “la deforestazione di Amazzonia e Chaco aumenterà per coltivare la soia necessaria agli allevamenti”. Inoltre, oltre ai bovini, secondo la vicepresidente Fairtrade, in Italia si aprirà la questione avicola: “Per i trasformatori forse non sarà un problema perché importeranno le carcasse dal Sud America per lavorarle qui, ma per i produttori lo sarà di certo”. Monica Di Sisto sottolinea poi un altro aspetto passato molto sotto silenzio: “Bruxelles dice che i prodotti importati dai paesi del Mercosur dovranno sottostare alle stesse limitazioni di quelli prodotti in Europa. Ma, per esempio, l’entrata in vigore della direttiva sulla deforestazione (che vieta il commercio di prodotti collegati alla deforestazione in diverse categorie merceologiche) è stata rimandata di un anno, e mentre in Ue ormai tutti i produttori hanno certificazioni in essere, la merce che viene da Brasile o Argentina, per citare due mercati di riferimento, potrebbe essere frutto di deforestazione”.

Le aziende italiane che hanno interesse al via libera al Mercosur

 



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