Tony Effe, un caso a Sanremo? Il rapper in gara al festival, ma escluso dal Capodanno a Roma

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di Maria Egizia Fiaschetti, Renato Franco

Il sindaco Gualtieri: «Non poteva essere il volto della capitale, avrebbe diviso la città e urtato la sensibilità di tanti»

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La quantità di sorrisi inversamente proporzionale a quella dei tatuaggi. Bicipiti, collo e torace pompati. Ragni, ragnatele, teschi e madonne a dipingere il corpo. Catene e anelli a pioggia. L’orologio che pesa come un sampietrino. Avesse tenuto il vero nome (Nicolò Rapisarda) sarebbe solo uno di quelli che a Roma chiamano «coatti». Come Tony Effe invece fa tutto un altro effetto, molto più cool, una sigla che gli ha aperto le porte del successo. Oggi è il ricercato numero uno. Nel mirino i testi delle sue canzoni, prima con la Dark Polo Gang, poi da solista. Frasi violente, donne a cui mettere il guinzaglio o la museruola, le può chiamare all’inglese (bitch) o nelle classiche varianti italiane, il risultato è lo stesso: donne oggetto.

Ieri il Campidoglio ha formalizzato alla società di produzione la richiesta di escluderlo dalla rosa di artisti che si esibiranno al concerto di Capodanno al circo Massimo. Il contenuto della lettera era già stato anticipato nei giorni scorsi, dopo le polemiche sollevate da esponenti politici bipartisan sui testi ritenuti «sessisti e violenti». Il sindaco, Roberto Gualtieri, vuole che la proposta venga riformulata senza il trapper che ieri, mentre il suo brano «Miu Miu» veniva certificato triplo disco di platino per aver superato le 300mila copie vendute, ha rimosso dalla sua biografia su Instagram l’annuncio dello show nella Capitale.




















































Il primo cittadino ha chiarito così i motivi di un ripensamento che ha fatto molto discutere: «Non c’è nessuna censura, qui non parliamo del diritto sacrosanto di Tony Effe di esprimersi e fare concerti a Roma, ma dell’opportunità di utilizzare risorse pubbliche dell’amministrazione, e quindi dei cittadini, per fare di lui uno degli ospiti del concerto di Capodanno». Nel ribadire che lo spettacolo gratuito deve essere un momento di unità, Gualtieri ha sottolineato che quando «è risultato evidente che quella scelta avrebbe diviso la città e urtato la sensibilità di tanti abbiamo ritenuto opportuno chiedere all’artista un passo indietro».

Il sindaco ha anche ammesso che c’è stata qualche sbavatura nella gestione della vicenda: «Sicuramente è stato un errore non aver compiuto prima questa valutazione e di questo ci scusiamo innanzitutto con Tony Effe, a cui auguriamo il meglio per la sua carriera: non è una decisione contro di lui, è una decisione presa per evitare che un momento speciale in cui una comunità si unisce diventi un’occasione di polemica. Ovviamente può fare i concerti a Roma, non c’è neanche bisogno di dirlo». Dal momento che non era stato firmato alcun contratto, in Campidoglio non sembrano temere il rischio di contenziosi: «Non ci sono penali da pagare».

Chiuso un capitolo ce ne è già un altro sottotraccia. È giusto che vada a Sanremo? Molti, a partire dall’ex presidente della Camera e deputata Pd Laura Boldrini, pensano di no. La Rai non ha preso una posizione ufficiale, ma in tanti parlano nei corridoi di viale Mazzini e il ragionamento che filtra da più parti è lo stesso: per il Festival non cambia nulla, i suoi testi erano noti, il cantante è stato scelto per la gara. E poi, in caso, questo ragionamento dovrebbe valere anche per altri rapper che in passato si sono «macchiati» di testi omofobi o sessisti. Tipo Fedez e Emis Killa. 

Chi conosce Conti sa che anche lui la pensa allo stesso modo. Intanto da Vespa si è limitato a una battuta: «Fedez e Tony Effe faranno guai? Ma no. Sono due ragazzi intelligentissimi, lì canteranno e basta». «Siamo diventati come i calciatori, dei modelli per i ragazzi», aveva detto Tony Effe. E non ci piove. Infatti quando si parla del cattivo esempio dei rapper, non guardate alle rime scorrette, che quelle sono solo finzione. Ma guardate alla canotta e al borsello, che diventano esempio e ci ritroviamo i figli vestiti così, e questa è la vera sciagura.

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17 dicembre 2024 ( modifica il 17 dicembre 2024 | 08:22)

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