Atreju è stata la festa di Fratelli d’Italia. Atreju è stata la festa di Giorgia Meloni. Un bagno di folla e di entusiasmo utile a ricaricare le batterie in vista dei prossimi tre anni di legislatura e un appuntamento in cui rivendicare i risultati e i riconoscimenti concessi dalla grande stampa internazionale.
“Non tornerà un’occasione come quella di adesso, l’occasione è ora e non permette passi incerti e tentennamenti, perché ha bisogno di certezze, cuori puri e gambe ferme. Ma io sono certa che siamo all’altezza del compito”, dice la premier concludendo il suo intervento, durato quasi un’ora e mezzo.
Insomma, ad Atreju tante belle parole, come si conviene ad ogni politico di professione, ma adesso il governo Meloni, dopo due anni di melina, è atteso dai cittadini alla prova dei fatti: stipendi, pensioni, salute, sicurezza e tasse. Adesso o mai più!
Stipendi. Le retribuzioni degli italiani restano tra le più basse in Europa, un problema che affonda le sue radici nel tragico passaggio dalla Lira all’Euro, laddove le buste paga dei lavoratori dipendenti ne sono uscite dimezzate nel loro potere d’acquisto. Meloni ha più volte sottolineato la necessità di rivalutare gli stipendi, ma i risultati concreti tardano ad arrivare. I cittadini chiedono interventi strutturali, non bonus e mancette!
Pensioni. Il governo di centro destra aveva promesso di abrogare la legge Fornero il primo giorno in cui avrebbe messo piede a Palazzo Chigi e invece ad oggi, dopo due anni di legislatura, si vuole prolungare addirittura l’età pensionabile fino a 70 anni riducendo per giunta anche l’importo dell’assegno previdenziale con il calcolo del contributivo puro. Cosicchè, da come si è messa, ai lavoratori non resta che augurare lunga vita alla legge Fornero!
Salute. Le liste d’attesa per una visita specialistica o un accertamento diagnostico sono rimaste quelle di sempre: infinite! Chi può permetterselo si rivolge al settore privato, mentre chi non ha risorse economiche sufficienti si trova costretto a rimandare cure essenziali. Una situazione che pone interrogativi sulla tenuta del sistema sanitario nazionale.
Sicurezza. Nonostante le promesse di ordine e disciplina, la percezione di insicurezza cresce. Le strade e le piazze d’Italia sono presidiate dalla criminalità e non si vede uno straccio di divisa neppure a pagarlo oro: uscire dopo una certa ora, soprattutto in certe zone delle grandi città, è un rischio troppo grosso, meglio restarsene barricati dentro casa con tanto di inferriate alle finestre, porte blindate e allarmi.
Tasse. L’evasione fiscale in Italia continua a sottrarre alle casse dello Stato circa 100 miliardi di euro all’anno, una cifra che equivale a quattro manovre finanziarie. Nel frattempo, i lavoratori dipendenti si trovano a fare i conti con un fisco implacabile, senza alcun margine per sfuggire ad un sistema percepito come iniquo.
La Meloni dal palco di Atreju ha ribadito la volontà del suo governo di cambiare passo e di agire all’insegna dell’ “adesso o mai più”, ma tirando le somme del suo operato, fino ad oggi è stata una grandissima delusione.
Ma per molti italiani il bilancio del governo di centrodestra è finora deludente. La sensazione diffusa è che, al di là delle dichiarazioni, nulla sia realmente cambiato.
Quello di centro-destra è un governo che ha preso i voti degli italiani promettendo mari e monti, ma che poi, nella realtà di tutti i giorni, continua nella scia di tutti gli altri esecutivi che si sono succeduti da mani pulite ad oggi: la scia delle tante chiacchiere e dei pochi fatti!
Niente è cambiato: chi ha i soldi, campa felice e chi non li ha, deve arrangiarsi come meglio può, con un fisco che ormai lo tiene nel mirino e dal quale non può sottrarsi, a differenza di chi evade o elude le tasse con la consueta nonchalance, perché tanto a pagare ci sono sempre i soliti fessi: i lavoratori dipendenti, con gli stipendi più bassi d’Europa e i più tartassati!
Dopo le promesse del “meno tasse per tutti” di Berlusconi, le illusioni del “uno vale uno” dei 5 Stelle e le dichiarazioni di “ordine e sicurezza” della destra, la politica italiana sembra riproporre lo stesso copione: tanto rumore per nulla. E in un clima di crescente sfiducia, il rischio è che, anche di fronte a nuove proposte politiche, gli italiani scelgano di non credere più a nessuno. Come nella favola del “al lupo, al lupo”, la credibilità delle istituzioni rischia di essere irrimediabilmente compromessa.
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