Tavolette come libri, firma di grandi chef, soldi pubblici grazie al green: così Fabio Fazio ha vinto la scommessa sul cioccolato salvando la Lavoratti

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In soli tre anni la storica fabbrica ligure portata dalle soglie del fallimento al quasi pareggio di bilancio dal conduttore tv che l’ha acquistata con la moglie e una coppia di amici ristoratori

Fabio Fazio sembra avere vinto la sua seconda scommessa nell’ultimo anno. Ce l’ha fatta con quella tipicamente professionale, che ha portato quasi intatto con tutti i telespettatori e fan social il programma Che Tempo fa dalla Rai a Discovery. E sembra avercela ormai fatta anche nella sua seconda vita da imprenditore, perché in tre anni è riuscito a portare dalla soglia del fallimento al quasi pareggio la fabbrica ligure di cioccolato Lavoratti, che aveva rilevato con una nuova società, la Dolcezze di Riviera srl, di cui è azionista al 5% lo stesso Fazio (58 anni), al 45% sua moglie Gioia Selis (55 anni), al 45% l’imprenditore e ristoratore Davide Petrini (55 anni) e infine al 5% la giovane (29 anni) moglie di Petrini, Alessia Parodi che è anche amministratrice unica della società. Il salvataggio dello storico marchio si può dire ormai in porto, anche grazie all’aiuto di consistenti contributi pubblici trovati grazie a politiche energetiche green.

Il quasi pareggio del cioccolato ligure che ha salvato il posto ai 13 dipendenti

Ha chiuso l’ultimo bilancio con un fatturato di 908.253 euro (di cui 101 mila euro di vendite al di fuori della Ue), in crescita di 133.285 euro (+17,2%) rispetto a quello dell’anno prima. Il risultato è ancora in lievissima perdita, ma vicino al pareggio visto che il rosso è solo di 20.314 euro. Il risultato negativo è però ridotto dell’81,2% rispetto alla perdita dell’anno precedente (-107.978 euro) che si era più che dimezzata rispetto all’anno in cui Fazio, la moglie e Petrini avevano rilevato l’azienda (- 231.000 euro). Si può dire quindi che la scommessa del conduttore tv sia davvero vinto e la storica azienda che rischiava la chiusura sia stata davvero salvata come il posto di lavoro dei 13 dipendenti attuali. Tanto è che nella nota integrativa all’ultimo bilancio gli amministratori scrivono: «Per l’anno 2024 la Società dovrebbe riuscire a consolidare alcuni importanti sbocchi di mercati e, si auspica, a consolidare i primi risultati soddisfacenti». In questi anni in cui si è risalita la china la gestione di Fazio & c ha puntato sia a coinvolgere famosi chef per i prodotti (come Carlo Cracco e Niko Romito), che a nuove idee che hanno fatto di quel cioccolato un “prodotto culturale”. Sia confezionando tavolette come fossero libricini per poi inserirle in raccoglitori da libreria sia editando per le festività vere e proprie chicche letterarie, poesie e scritti da Eugenio Montale a Filippo Tommaso Marinetti, che accompagnavano le strenne di cioccolato.

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Fazio e soci finora hanno messo 2 milioni nell’azienda, e non li rivedranno tanto presto

Il risanamento della Lavoratti non è stato indolore per Fazio e i suoi alleati. Lo si capisce dallo stato patrimoniale della società che indica un debito verso i soci per i finanziamenti ricevuti di poco meno di 2 milioni di euro, con una crescita di 629 mila euro concessi in più nell’ultimo anno anche per coprire le perdite pregresse. Non sarà brevissimo riavere indietro quei soldi (e infatti il prestito ha data indeterminata per la sua restituzione) e non è escluso che almeno parzialmente i soci rinuncino a quel credito per fare camminare con più tranquillità sulle sue gambe l’azienda dolciaria. L’azienda- fondata nel 1938 a Varazze- è stata rilevata da Fazio nel 2020, che poi l’ha fatta ripartire con nuove idee nel settembre 2022: «Rivolgendosi a un pubblico più vasto», spiega l’amministratrice unica Alessia Parodi, «ampliando la propria offerta di prodotti, pur mantenendo intatta la cura e la passione che dal primo giorno ha contraddistinto la sua storia. Il prezioso cioccolato di San Josè – utilizzato dai migliori pasticceri e chef stellati – è stato scelto come vettore più adatto per poter apprezzare i sapori e i profumi del Mediterraneo». E ora come ha spiegato lo stesso Fazio «la mia ambizione è fare il miglior cioccolato del mondo. Del resto, quando si sogna bisogna sognare in grande».

La scelta di alimentare tutto con il fotovoltaico decisiva per la pioggia di contributi pubblici

Nel percorso che ha fatto uscire l’azienda dalla crisi in cui versava non è mancato qualche contributo pubblico importante. In bilancio nel 2023 è indicato un contributo di 10 mila euro dalla Regione Liguria e uno di 6.899 euro in base alla legge Sabatini. Ma guardando sul registro nazionale degli aiuti di Stato l’aiuto più rilevante è arrivato il 13 dicembre dell’anno scorso dal Gse: 92.399,50 euro perché Fazio ha deciso di alimentare la Lavoratti con un impianto fotovoltaico costruendo un piccolo parco agrisolare. Scelta utile, perché grazie a questo sono arrivati altri tre contributi pubblici per lo stesso motivo anche nel 2024, tutti e tre il 19 marzo: uno da 1.548,29 euro, uno da 8.741,30 euro e il terzo più consistente da 72.958,94 euro stanziato allo stesso scopo da una società in house della Regione Liguria, la Filse spa. Infine 20 mila euro sono arrivati il 16 luglio scorso dalla Regione Liguria per finanziare la digitalizzazione della cioccolateria.



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