dalle bische alle criptovalute. Ai criminali 800 milioni all’anno

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Milano, 15 dicembre 2024 –  Ci sono le bische clandestine dove si gioca a poker o mahjong, diffuso non solo nella comunità cinese, e le piattaforme fuorilegge dove si bruciano criptovalute senza alcun controllo. Poi c’è la galassia del gioco legale, con i canali telematici che anno dopo anno conquistano quote di mercato rispetto a quelli fisici. Il risultato è un fiume di denaro che finisce anche nelle tasche di organizzazioni criminali.

Secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, nel 2023 i lombardi hanno speso 3,4 miliardi di euro nel gioco legale. Altri 700-800 milioni, sempre in Lombardia, sono finiti nel gioco illegale, da una stima dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici (Egp) aderente a Fipe-Confcommercio, basata su dati della Guardia di finanza e atti parlamentari. Entrando nel dettaglio dei numeri, al centro di una ricerca del professor Marcello Esposito, della Scuola di economia e management dell’Università Liuc, emerge uno spaccato del presente e una previsione inquietante per il futuro.

Analizzando i trend degli ultimi anni, spiega, “non è difficile prevedere che il canale fisico si ridurrà a quelle pochissime forme di gioco dove la digitalizzazione non funziona, ad esempio il gratta e vinci, e alle fasce di popolazione più anziane e disagiate”. Con una conseguenza: “Enormi problemi non solo all’Erario e al tessuto economico dei territori, ma anche al sistema sanitario”, rendendo sempre più difficile intercettare ludopatie che si traducono in famiglie rovinate e sempre più minorenni e giovanissimi che iniziano a puntare senza alcun controllo. I numeri, illustrati nel corso del convegno “Tutti in gioco“ in Regione, parlano chiaro. Dal 2019 al 2023 sono calate del 10% le somme giocate in Lombardia su canali fisici e sono invece cresciute del 123,6% le somme giocate su canali telematici, che hanno vissuto un boom durante la pandemia. In totale, fra fisico e telematico, la crescita è stata del 23,8%. Nel 2019 le somme giocate su canali telematici erano il 25,3% del totale, mentre nel 2023 sono arrivate al 45,8%, con una corsa che non si arresta. Nel 2019 ogni lombardo spendeva in media 605 euro all’anno nel gioco telematico, e il valore assoluto è cresciuto a 1.384 euro nel 2023.

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Il 35,85% della somma totale è stata spesa in giochi di abilità. Seguono Vlt (16,58%), gli apparecchi elettronici Awp che erogano somme in denaro (15,28%) e scommesse sportive (10,3%). Scendono in fondo alla classifica giochi classici come il bingo (0,95%) e e le scommesse ippiche (0,51%).

L’offerta non manca, perché in Lombardia sono attivi circa 13.200 punti unici di accesso ai giochi legali e oltre 1 milione di conti di gioco con transazioni registrate da utenti lombardi. “Chi pensa di ottenere risultati facendo la lotta alle attività legali sul territorio, applicando ad esempio nuove limitazioni orarie, deve sapere che questa strategia è del tutto inefficace e non contrasta la diffusione del gioco patologico – spiega Emmanuele Cangianelli, presidente Egp Fipe –. Quest’ultimo oggi si sviluppa sempre più intensamente attraverso l’offerta online, in un ambiente per sua natura molto più difficile da controllare. Operare nuove limitazioni, al di là dei costi sociali per le imprese coinvolte ed i loro dipendenti – prosegue – determinerebbe una riduzione significativa delle risorse destinate ai conti pubblici, spostando solo i giocatori ancor di più verso l’online o verso le attività gestite da organizzazioni criminali”. Poi c’è il caso dei piccoli comuni con volumi di gioco “abnormi” su canali telematici rispetto alla popolazione residente: un fenomeno che non ha ancora una spiegazione chiara. Il professor Esposito, nella sua ricerca, applicando alcuni algoritmi ha fatto emergere “i casi più eclatanti e dove sarebbe importante avere dalle autorità una spiegazione di cosa stia succedendo”. Comuni come Stradella o Casei Gerola, nel Pavese, Cazzago San Martino, nel Bresciano, Offanengo (Cremona), solo per citarne alcuni. Somme anomale per il loro importo che, escludendo un’epidemia circoscritta in singoli Comuni, potrebbero essere dovute a fenomeni di riciclaggio di denaro sporco attraverso il gioco.



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