Il 14 dicembre in piazza a Roma per dire no al ddl sicurezza

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L’appuntamento è sabato 14 dicembre a Roma, alle ore 14 in piazza del Verano: è il giorno della manifestazione nazionale per dire no al Ddl sicurezza del governo Meloni. La protesta è stata proclamata dalla Rete Nazionale contro il Ddl Sicurezza – A pieno regime, e vede la partecipazione di tanti movimenti e associazioni, in numero sempre crescente: anche la Cgil sarà in piazza per fermare questa deriva.

L’appuntamento segue quello dello scorso 16 novembre, nell’Aula Magna dell’università La Sapienza, quando ha preso corpo una grande assemblea nazionale. Con la piazza di sabato, dunque, la mobilitazione continua.

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Lavoratori, precari, antifascisti

“Siamo coloro che difendono e reinventano la democrazia come antifascistə, transfemministə, attivistə impegnatə ogni giorno a lottare per la giustizia sociale e ambientale”. Così inizia il manifesto della Rete Nazionale, che lancia la manifestazione. “Siamo lə lavoratorə che rischiano il posto o vivono la precarietà; siamo chi, e con chi, presidia le fabbriche contro l’impoverimento crescente e l’aumento delle disuguaglianze economiche. Siamo nelle scuole e nelle università, a difendere il diritto allo studio e l’accesso a saperi liberi e inclusivi”.

E ancora, proseguono gli organizzatori: “Siamo con chi organizza picchetti antisfratto, portando solidarietà a chi rischia di perdere la casa perché non può più permettersi un affitto. Siamo chi, e al fianco di chi, lotta contro la violenza patriarcale e contro tutte le forme di oppressione di genere”.

Una democrazia autoritaria coi deboli

Al contrario, spiega la Rete Nazionale, i sostenitori del disegno di legge sono coloro che hanno “un’idea deforme” della democrazia: “Autoritaria con i deboli e gli ultimi e affabile con chi corrompe, accumula, inquina”. Il ddl sicurezza è inaccettabile per molte ragioni: “Segna un salto autoritario senza precedenti, colpendo con carcere e repressione i pilastri della democrazia, il dissenso e il conflitto sociale. Criminalizza persino le pratiche di protesta non violenta e pacifica. Per la popolazione detenuta e per i migranti trattenuti nei Cpr, introduce punizioni sproporzionate, arrivando a considerare reato azioni come battere una pentola contro le sbarre”.

Inoltre, altro punto fondamentale, “il disegno di legge smonta anche strumenti essenziali del conflitto sindacale, colpendo i blocchi stradali e i picchetti”.

Per un’altra idea della sicurezza

“Noi abbiamo un’altra idea di sicurezza”. È quanto si legge nel documento di adesione all’iniziativa, firmato da moltissime realtà. L’idea, nel particolare, è “quella chiesta nelle piazze dalle donne che denunciano le troppe vittime di femminicidio; la sicurezza che invocano le lavoratrici e i lavoratori che continuano a morire sui luoghi di lavoro; quella di coloro che chiedono in primis sicurezza sociale e misure di welfare che rispondano ai bisogni primari”.

In tal senso il ddl è “un tassello pericoloso che rischia di minare i principi chiave della nostra democrazia – proseguono -. A minor Stato sociale corrisponde più Stato penale, mettendo in luce la natura selettiva delle scelte rivolte a colpire prevalentemente gli esclusi”.

Le leggi devono tutelare i diritti

La sicurezza che vuole veicolare il ddl è “è declinata come ordine pubblico, in un’accezione repressiva, distante dal disegno costituzionale”. Al contrario “le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Devono promuovere la giustizia sociale, non le disuguaglianze e le discriminazioni. Nessun decreto può mettere il bavaglio ad espressioni di libertà, sacre in democrazia, in un’epoca in cui rischiamo di essere schiacciati dal cinismo e dall’indifferenza”.

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A questa idea, quindi, “ci opponiamo, mobilitandoci come è nel nostro Dna: quello nonviolento, di chi opera nei territori per costruire una società fondata sulla giustizia sociale ed ambientale”.

Moltissime adesioni

Come detto, tantissime sono le adesioni. Tra queste c’è Libera, Acli, Acsi, Anpi, Arci, Auser, Cgil, Cnca, Cooperare con Libera Terra, Csv Net, Flai, Fondazione Finanza Etica, Fondazione Gruppo Abele, Fondazione Nazionale Interesse Uomo, Fuci, Lav, Legambiente, Link coordinamento universitario, Masci, Pax Christi, Pro Civitate Christiana, Rete della Conoscenza, Rete Studenti Medi, Spi, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, Uisp, Us Acli. E molte altre.

Cgil: ritirare provvedimento liberticida

La Cgil e la Flc Cgil si sono mobilitate fin dall’inizio per intervenire nel percorso parlamentare del ddl. Insieme a tante realtà, afferma il sindacato di categoria, “chiediamo il ritiro di questo provvedimento liberticida che rappresenta un ulteriore tassello della svolta autoritaria che il governo Meloni vuole imprimere a cambiare alle basi la nostra Repubblica nata dalla Resistenza, la forma di Stato, la forma di governo e gli equilibri tra i poteri”. Come Flc sabato “parteciperemo e invitiamo tutte e tutti a partecipare alla manifestazione nazionale a Roma. Il concentramento del corteo è previsto alle ore 14 a piazzale del Verano”.

Appuntamento in piazza, dunque, per una mobilitazione che non si ferma e anzi rilancia con forza.





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